Ci sono cose che fanno riflettere. Temi che sono come spine nel fianco, di fronte ai quali si cerca una risposta tendenzialmente positiva ma, se così non fosse e sarebbe un dispiacere ed ecco che, allora, ci sarebbe bisogno di aiuto, per capire s’intende! Senza che il quesito rechi offesa o susciti risentimenti verso alcuno. Entro nel merito chiarendo che la preoccupazione potrebbe rappresentare un serio problema portoferraiese e non soltanto. Qualche mese fa, con un provvedimento del tutto legittimo, l’Amministrazione della nostra città chiamò alla gestione della Cosimo de’ Medici due professionisti piombinesi. Giudicai tale scelta difficile ma coraggiosa, essendo stata una novità assoluta l’individuazione di amministratori non concittadini. Mi sorprese non poco per i motivi che seguono. Recentemente, si è verificato un secondo episodio che ricalcherebbe il primo: la scelta di un fiorentino alla presidenza dell’ESA. Preciso che niente di personale nutro verso piombinesi o fiorentini, tra i quali annovero numerosi amici.
Ecco perché asserivo appena sopra che ci sono cose che provocano profonde riflessioni per le conclusioni alle quali conducono. La prima di queste è che tali scelte potrebbero essere state frutto di una imparzialità , fuori dai personalismi e dai giuochi locali. Tuttavia, a ben riflettere, non penso di poter scomodare tale principio, perché la scelta non può che esser stata di natura politica. La seconda riflessione che mi sorge spontanea e che, qualora fondata, sarebbe inquietante per i suoi risvolti socio-culturali è che, forse tra i cittadini di Portoferraio, magari con laurea in legge o economia con master aziendale o simili, nessuno sia apparso in possesso di qualità e capacità tali da ricoprire i predetti ruoli. A maggior ragione, per le nomine ESA , neppure un residente in tutta l’Elba (essendo ESA una partecipata di tutti i Comuni dell’Elba) risulterebbe in grado di assumersi tali responsabilità. Si porrebbe perciò, se così fosse, un bel problema che sarebbe bene che tutti e sette i Comuni elbani se ne occupassero. Sarebbe una aperta ammissione, da parte della Amministrazione, di sfiducia verso i professionisti elbani. Sto evidentemente e semplicemente facendo delle ipotesi e spero di sbagliarmi ma, se pur è vero che l’Elba non conta un gran numero di rilevanti realtà imprenditoriali, mi parrebbe difficile non riuscire ad individuare nemmeno un soggetto con cultura, conoscenza ed esperienza professionale atte a ricoprire i predetti incarichi. D’altra parte se l’Elba è, come lo è stata in altri casi, lo specchio della Nazione, anche noi potremmo riscontrare , un calo delle iscrizioni alle Università dei nostri ragazzi elbani. Così come potremmo dover riscontrare, a causa del covid 19, ancor più famiglie in difficoltà a mantenere i loro figli agli studi. Con tali premesse, si imporrebbe per gli Amministratori dei sette Comuni, la necessità di alzare finalmente lo sguardo oltre l’orizzonte, dove il futuro non è così roseo, tutt’altro.
Sergio Bicecci