Visto il risultato del referendum sul Comune unico, non si può che prendere atto con serenità e rispetto della chiara volontà espressa dagli elettori. Credo anche che si debba smettere con le polemiche; con la litania delle accuse insulse e talora anche offensive da parte di chi oggi si trova in mano lo scettro della vittoria.
Piuttosto da quanti hanno sostenuto le ragioni del NO è lecito attendersi l’indicazione di proposte alternative al Comune unico dando per certo che anche in loro ci sia la consapevolezza della necessità (e della urgenza) di assicurare all’isola una Pubblica amministrazione nel suo complesso più efficiente e un Governo politico che, per quanto composto da 8 campanili, riesca a parlare con una sola voce e ad agire con spirito unitario di fronte ai temi cruciali che interessano tutta la comunità elbana.
Prima e durante la campagna elettorale abbiamo registrato alcune timide proposte anche da illustri esponenti del fronte del NO.
E’ stato detto che si potrebbe intanto passare da 8 a 6 Comuni accorpando ad occidente Marciana con Marciana Marina e ad oriente Rio Marina con Rio nell’Elba. Altri si sono spinti più in avanti, come il Sindaco Ciumei, proponendo la ripartizione del territorio elbano in tre Comuni. Uno per ciascun versante e al centro Portoferraio. Alessi di Rio nell’Elba, messo da parte il “sogno” del Comune unico, annuncia di voler sollecitare gli altri Sindaci del suo versante ad avviare insieme un percorso che porti alla unificazione della parte orientale dell’isola.
“Siano i Sindaci e i Consigli comunali a discutere sul cosa e sul come (fare)” ha detto Ciumei. Certo è opportuno che sia così. Come è opportuno, qualunque sia la dimensione dell’accorpamento, che vengano in ogni caso coinvolti i cittadini con assemblee pubbliche e infine anche con iniziative referendarie promosse dagli stessi Comuni in modo da dare a tutti la possibilità di esprimersi, così come è successo con il referendum voluto dal Comitato per il SI ( almeno questo merito al Comitato sia riconosciuto ).
Ad essere sinceri non nutriamo molte speranze in un cambiamento, anche parziale, dell’attuale assetto istituzionale.
Temiamo che nulla cambierà. Che Rio nell’Elba non si avvicinerà alla marina e che Marciana continuerà a guardare dall’alto dei suoi 350 metri sul livello del mare il porto di Marciana Marina. E figuriamoci poi se sarà possibile tentare di avere solo tre Comuni!
Il giudice Casciano, “strenuo” avversario del Comune dell’Elba, ha sempre riconosciuto la necessità della costituzione di un Ente sovracomunale; in sostanza di una nuova Unione dei Comuni. Buona idea quella del giudice se ad una eventuale, futura Unione partecipassero tutti i Comuni e questa soprattutto avesse poteri reali di gestione unitaria del territorio. Una Unione è già esistita. Era nata “gracile” perché 3 delle 8 Amministrazioni comunali non vi aderirono. Ed era una Unione che poggiava sul nulla; che non aveva alcun potere. Non riuscì neppure a dare vita ad una, dico una, gestione associata di servizi comunali. E così dopo poco più di un anno dalla sua nascita, prematuramente, è scomparsa. E non vedo come possa “risorgere”.
Gli amici del NO, pur non considerando mai la prospettiva di costituire un’altra Unione, hanno, comunque, sempre riconosciuto che sarebbe opportuno attivare e consolidare rapporti di collaborazione nella gestione dei servizi comunali
Dal 2004, su sollecitazione della Regione, sono state costituite o è stato tentato di dare sostanza a diverse gestioni associate di servizi comunali che non intaccavano, per carità, quelli più importanti e “delicati” come l’edilizia o l’urbanistica. Con il tempo anche quelle semplici forme di collaborazione si sono via via quasi tutte “spente” e altre, come la Polizia municipale, praticamente non hanno mai visto la luce.
Quindi quale futuro ci aspetta? Una “bizzarra” legge dello Stato stabilisce che l’obbligo di gestire in associazione le funzioni e i servizi comunali fondamentali ( edilizia, urbanistica, lavori pubblici, protezione civile, polizia municipale……..) nelle zone dove un tempo esistevano le Comunità montane scatta solo per i Comuni che hanno una popolazione inferiore a 3.000 abitanti. Dunque da noi sono obbligati soltanto Marciana, Marciana Marina, Rio Elba e Rio Marina. Sempre quella “bizzarra” legge stabilisce, inoltre, che le gestioni associate devono servire un bacino di utenza di almeno 5.000 “anime”. Forse nel versante occidentale le due Marciane riusciranno a mettersi d’accordo con Campo nell’Elba. Portoferraio potrà continuare a lavorare in proprio. Le due comunità riesi dovranno cercare di allearsi con Capoliveri, con Porto Azzurro o con Portoferraio per garantirsi quel bacino di utenza. Ma sarà dura. Potranno forse per certi servizi allearsi con Portoferraio e per altri con Porto Azzurro. Capoliveri, coerente con la sua storia di Caput liberum, difficilmente sottoscriverà accordi a cui non è tenuto. Insomma saremo solo capaci di confezionare un curioso e sconclusionato puzzle di servizi che saranno gestiti o all’ombra di un campanile o al più con mini associazioni. E allora ritornando alla domanda che prima ci facevamo sul nostro futuro, la risposta forse più azzeccata è che “non ci resterà che piangere”. Continueremo a navigare in un mare agitato da incomprensioni, divisioni, infantili campanilismi, come una “barca a torzo”. A meno di un miracolo. Ma quel Signore che faceva i miracoli non si è fermato solo a Eboli. Si è fermato anche a Piombino perché forse l’ultima nave non è partita per il troppo vento e non si è azzardato ad attraversare a piedi il canale per il mare agitato.
Giovanni Fratini