Già dai primi commenti alla nomina del nuovo ministro dell’ambiente Orlando -e non soltanto in Liguria e in Toscana- appare chiaro che non potrà permettersi pause di riflessione. E anche le commissioni ambiente di Camera di Senato prossime ad insediarsi non potranno permettersi pause. Troppe le magagne, le inadempienze, gli errori, i rinvii degli ultimi anni lasciati in eredità sia dal ministero che dal parlamento perché ora ci si possano permettere perdite di tempo dinanzi ad una situazione di crisi gravissima. E bisogna che qui più che per altri comparti sia chiaro che i guai non derivano principalmente dal bilancio ma dalle gestione politica, istituzionale e costituzionale. E l’ultima cosa di cui c’è bisogno è che si riparta menandosela su chi ha più colpe a Roma o in periferia visto che di fatto nessuno o quasi ha le carte in regola. Roma ovviamente ne ha di più perché è al centro che compete la maggiore responsabilità –finora snobbata- di rimettere mano alla costruzione di politiche nazionali a partire dai parchi e dal suolo in grado di coinvolgere attivamente regioni ed enti locali. Dimenticavo; le carte in regola oggi non ce l’hanno le istituzioni ma neppure le forze politiche. E’ il momento che se ne ricordino.
Renzo Moschini – Gruppo di San Rossore