In prossimità della spiaggia delle Ghiaie ci sono due parcheggi pubblici, ma manca del tutto una adeguata segnaletica. Sarebbe stata quanto mai necessaria durante l’estate, ma l’estate è finita. Speriamo per il prossimo anno. Come speriamo che, non per il prossimo anno,ma quanto prima, venga tolto, all’interno dell’ultimo tratto del viale pedonale che porta alla spiaggia, il parcheggio per i motocicli.
Scelta azzeccata la pedonalizzazione di Via Renato Fucini. Ma sono rimasti “in piedi” i cartelli che indicano il senso unico e l’imbarco sui traghetti. Forse qualcuno deve aver pensato che non aveva senso levarli dal momento che poi dovevano essere rimessi. A quando un progetto che destini quella via a spazio riservato ai pedoni definitivamente?
Rimanendo in zona porto devo segnalare che, all’inizio del viale Elba, c’era un tempo un passaggio pedonale. Ora praticamente non esiste più. Molti altri passaggi e segnali di stop sono scomparsi in diverse zone della città. E’ stato proprio impossibile, prima dell’estate, rimediare in qualche modo? Non si poteva approfittare della presenza della Ditta che ha rifatto la segnaletica in calata Italia per fare qualche intervento?
E non si poteva chiedere all’Impresa che ha riasfaltato la calata di coprire le pericolose buche esistenti nel parcheggio retrostante l’ex hotel Residence?
Desidero rivolgere un “commosso pensiero” alle due misere fioriere posizionate a casaccio all’inizio del viale Elba, dalla parte dell’area di sosta per gli autobus, senza un fiore, dotate solo di erbacce secche; al porticato del palazzo Coppedé invaso dall’erba e dall’immondizia e all’aiuola spartitraffico all’incrocio del Ponticello, soffocata da rigogliosi cespugli. E se allargo lo sguardo oltre il porto, verso il centro o nella parte nuova e periferica della città, avrei tanti altri “commossi pensieri” da esprimere, ma mi fermo qui.
Speriamo che, nel prossimo futuro, grazie all’arrivo del Comandante dei vigili e del responsabile dell’Ufficio tecnico, l’Amministrazione portoferraiese riesca a prendersi cura delle piccole cose, di quelle “cosucce” abbastanza semplici da risolvere che, se trascurate, non offrono certo una immagine piacevole della città.
Certo Cosmopoli ha bisogno anche di altro. Forse faremmo cosa molto gradita a Cosimo de’ Medici, probabilmente contrariato dall’asfalto utilizzato per tappare alcune buche nella strada che dalla Villa dei Mulini porta all’ingresso del Forte stella, se ricominiciassimo, ad esempio,a “sfornare” qualche progetto per il rifacimento della pavimentazione originaria delle vie del centro storico.
Dal 1° settembre è entrato in servizio il nuovo Dirigente dell’Ufficio tecnico. Una ulteriore professionalità che si aggiunge a quelle già esistenti e che non sono poche. Portoferraio, dentro e fuori le mura, ha un grande bisogno, oltre che della cura delle “piccole cose”, anche di un eccezionale sforzo, di un grande lavoro di pianificazione e di progettazione, per ridare vita a certi immobili comunali in stato di abbandono e per riqualificare alcune parti della città. Il coronavirus, per quanto duro a morire, non impedisce di pianificare e di progettare. Non l’ha MAI impedito! Neppure durante il periodo più buio. Durante la quarantena.
Si tratta di utilizzare al meglio il personale di cui dispone l’Ufficio Tecnico, che ha dimostrato in passato di essere capace di restaurare e restituire alla città una parte importante del suo patrimonio storico ( il Forte Falcone e il Forte Inglese ); di ricorrere inoltre a qualificate collaborazioni esterne e di sollecitare anche l’iniziativa privata. Perché non riattivare, ad esempio, la convenzione un tempo sottoscritta con la Facoltà di architettura dell’Università di Firenze per la redazione di un piano di recupero e valorizzazione del centro mediceo? Se non si riesce a tradurre in piani e progetti operativi, almeno una parte delle idee, delle proposte, delle aspirazioni che si sono espresse nei programmi elettorali non c’è “rinascita” possibile.
Giovanni Fratini