Orsini lamenta l’assenza del tema politico del comune unico nelle competizioni amministrative di Porto Azzurro e Marciana M.. Potrei rispondere con una battuta veloce: è un ossimoro politico competere per governare il proprio Comune e nello stesso tempo sostenerne l’abrogazione con un referendum del Comune stesso: gli elettori coglierebbero subito questa contraddizione che minerebbe la credibilità e la scarsa affidabilità di chi la sostenesse. E non credo che sia una questione tattica, cioè dato che è impopolare e quindi inopportuna elettoralmente non si dice in campagna elettorale, ma, prima vinciamo il Comune, poi lavoreremo per la sua abrogazione. Nessuno può fare operazioni di trasformismo sfacciato senza essere facilmente scoperto. Credo invece che proprio i contenuti del confronto apertosi tra i vari competitori e liste, sui temi proprio del buon governo della città, sulla vita del Comune, sulla partecipazione dei cittadini, sono li ha testimoniare quanto i cittadini credano ancora in queste istituzioni, pur bistrattate in questi anni da un neocentralismo statale, da un progressivo strangolamento finanziario e anche dallo svuotamento democratico e politico di questi infausti anni di separatismo populista e leghista del centrodestra. Ma credo che vi sia una ragione più di fondo: competere per governare il proprio Comune vuol dire credere nella Buona Politica, quella della partecipazione attiva dei cittadini, della presenza civica responsabile e della coesione, dei progetti, dei programmi, degli amministratori che lavorano per il bene comune: è questo il vero valore che si esprime in questo voto amministrativo elbano; puntare, invece, al Comune unico avrebbe avuto il significato di disconoscere questa realtà democratica, puntando, anzi ad azzerarla, con argomenti tipici dell’antipolitica. Nel Comune unico c’è l’idea che riducendo la platea dei partecipanti, o meglio dei rappresentanti istituzionali o politici, delle mediazioni, si faciliti la capacità di decisione di chi governa. Purtroppo questi anni, a democrazia rappresentativa ridotta ed a prevalenza di poteri monocratici molto personalizzati, ci dicono che è una via sbagliata che ci ha lasciato isolamento politico, populismi e demagogia, senza essere riusciti a risolvere un solo problema e con i cittadini che si sono sentiti sempre più esclusi, abbandonati e lontani dalla politica.
L’altra questione ingiustamente criticata da Gabriele è quella della mancanza di liste di partito o comunque fortemente segnate dalla presenza di quest’ultimi. Voglio ricordare che nella tradizione delle elezioni amministrative elbane le liste non sono mai state di partito, anche nei periodi storici di forte presenza organizzativa di questi, ma liste che, nei candidati e nei programmi esprimessero persone di buona volontà, che guardassero al bene comune e agli interessi generali, a prescindere dagli schieramenti partitici; senza togliere che i partiti, per conto loro, lavorassero per sostenere elettoralmente, idee, uomini e donne candidate, vicine per comunanza ed affinità politiche. Quello che succede oggi è che i partiti, come forme della buona politica organizzata, come luoghi di partecipazione ed elaborazioni di interessi generali, sono scomparsi o sostituiti da leaders e notabili locali vari, sia per responsabilità loro, sia perché si è convinta l’opinione pubblica che con meno partiti la democrazia funzionasse meglio. Non a caso, in questo vuoto voluto della politica organizzata, sono nati comitati di scopo o elettorali e nel peggiore dei casi, comitati d’affari. Ma nonostante questa difficilissima situazione, in queste elezioni amministrative elbane, la politica, quella buona e la domanda di partecipazione si sono riaffacciate: tanti giovani, donne e tanti cittadini abbiamo visto nelle varie iniziative e proprio i partiti come il PD e SeL, uniti in questo appuntamento, come lo sono stati a Portoferraio e Rio Elba, insieme ad altre forze, in modo rispettoso e non invadente dell’autonomia delle liste e dei candidati, hanno concorso ad alimentare l’interesse pubblico e democratico per questa importante competizione, per il buon governo dei Comuni.