"Aspettare undici mesi e imbarcarsi sul traghetto, ecco cosa può capitare a un abitante dell’Elba per fare un’ecografia alla mammella. È questo il modo in cui l’assessore Marroni aveva promesso di prendersi cura delle realtà sanitarie insulari?". È quanto affermano il consigliere regionale del gruppo Più Toscana e membro della IV commissione “Sanità”, Gian Luca Lazzeri e Mario Agarini, portavoce di Più Elba che lanciano l’allarme sulle liste d’attesa dell’Asl livornese.
"Quello a cui ci troviamo di fronte – spiegano – è un’impasse che mina la qualità dell’offerta sanitaria dalle fondamenta. A dirlo sono i dati delle attese medie di marzo 2013 che fanno luce su una situazione estremamente difficoltosa per gli elbani e tutta l’azienda sanitaria. Basti pensare ai quasi 180 giorni attesi da un abitante dell’Elba per un’ecografia del capo e del collo o i 208 giorni per un ecocolordoppler dei vasi periferici. Cifre che salgono a dismisura se riferite all’intera Azienda sanitaria con i 327 giorni attesi per esami indispensabili come una mammografia o i 228 per un’ecografia. Sugli elbani pende anche un’altra minaccia: quella del possibile spostamento in continente con destinazioni come Piombino e Livorno per realizzare una semplice ecografia. Col risultato che esami che potrebbero richiedere poche ore si trasformano in odissee di una giornata intera.
Ci chiediamo dove siano finite le promesse contenute nel protocollo sottoscritto dall’assessore Marroni di fronte alla Conferenza dei sindaci elbani. È di massima urgenza riportare i servizi sanitari e potenziare la specialistica ambulatoriale del presidio di Portoferraio; è impensabile che in Toscana nel 2013 ci si debba imbarcare su una nave per fare un’ecografia oppure aspettare un tempo così lungo da rendere vana ciò che rende lo strumento diagnostico efficace: la tempestività".
Per Agarini, "quanto sopra si aggiunge alla decadenza continua dei servizi pubblici all’Elba, in rapida estinzione. Ricordiamo gli ultimi episodi: il comando di Pubblica Sicurezza di Portoferraio, in crisi di efficienza per carenza di personale e mezzi, esposto a tentazione chiusura mentre si stanno verificando casi in aumento della criminalità locale e fanno paura i gravissimi episodi accaduti in Italia legati alla clandestinità, alla presenza straniera e all’estendersi delle organizzazioni criminali sui territori. Il Tribunale dell’Elba, costretto ad una battaglia legale e di civiltà per difendere un diritto fondamentale dei cittadini: il diritto alla difesa, all’uguaglianza. Ci si deve chiedere cosa fare di questo territorio insulare: la Regione e lo Stato vanno a braccetto su queste responsabilità e probabilmente è giunto il tempo di far calare su questa parte di Toscana e di Italia una tutela maggiore con leggi speciali a salvaguardia non solo dell’ambiente naturale, antropico, ma anche dell’uomo inteso come essere destinatario di doveri, ma anche di diritti inalienabili".