Ennesima puntata della telenovela della Cala dei Frati, la spiaggia portoferraiese off-limits, privata dell'accesso via terra. I Cittadini, Legambiente e altri soggetti (non ultima questa testata NDR) da anni suggeriscono soluzioni per consentire a chiunque di raggiungerla.
Pubblichiamo di seguito alcune testimonianze che provano come, nel passato, si arrivava dalla strada alla Cala con un passaggio aperto al pubblico. “La Cassazione nel 2001 - fa notare Luciana Gelli - ha stabilito che nessuna proprietà privata può impedire l'accesso al mare alla collettività, se la proprietà stessa è l'unica via per raggiungere una determinata spiaggia". “Si potrebbero valutare le testimonianze della gente, ma c'è da capire il loro reale valore.- dice Roberto Peria interpellato in proposito - Inoltre quella zona a mare è interdetta per movimenti franosi con tanto di ordinanze”. Insomma il lido non ha pace e non si riescono a trovare soluzioni. Si punta allora sui testimoni che dicono che per diversi lustri un acceso dalla strada esisteva.
“Le mappe dell'ufficio tecnico e quelle storiche non rivelano alcun sentiero - ribadisce Peria - non possiamo che basarsi su ciò come prova dell'esistenza di un sentiero. I ricordi della gente potrebbero essere imprecisi e riferirsi a passaggi che esistevano nelle case private e forse non si trattava di stradelli pubblici”.
C'è chi invece ricorda proprio che un passaggio pubblico esisteva. La figlia di Giuseppe Pietri, maestro elbano inventore dell'operetta italiana, Donatella Lorenzi rammenta.
“Sì, dal 1953 al 1960 circa, il passaggio pubblico era alla destra della nostra casa, guardando il mare, il nostro edificio si trova quasi sopra la Cala dei Frati. C'era uno stradello frequentato molto da chi abitava nella zona degli Altesi e il tracciato percorreva un campo dove capitavano anche pecore al pascolo. Proseguiva il percorso scendendo alla spiaggetta passando tra la scogliera; un tragitto pericoloso e scosceso. Infatti, in quegli anni, un giovane turista tedesco cadde da quelle parti, percorrendo il sentiero nell'oscurità, e morì. Poi esisteva l'accesso al mare privato, il nostro, dotato di scalette e passamano, che credo esista ancora davanti alla casa, ora di proprietà di un italiano che vive a Londra. la gente passava anche di là. So infine che di passaggio per il piccolo lido ne esisteva un terzo collocato più su della nostra casa”.
Anche Giulio Zamboni, che gestisce un bar a Carpani, ricorda quello stradello: “Io ci andavo spesso dal passaggio alla spiaggetta dove ho imparato a nuotare”. Poi ricordi ancora più lontani nel tempo intorno agli anni Trenta: Mario Castells del 1917. “Scendevo alla Cala dalla strada e il percorso era difficile, allora ero ambulante e vendevo torta di ceci e castagnaccio. Una volta scivolai e persi tutta la merce finita nelle ghiaie”. Poi Anna Maria Caizzi Mibelli “Io sono passata dalla stradina sterrata con la mia famiglia fino a che avevo 12 anni, negli anni prima della guerra e da lì si raggiungeva la Cala dei Frati”. “Valuteremo anche tali aspetti - chiude Peria- vedremo se le testimonianze potranno avere valore giuridico”.
Stefano Bramanti