Caro Sergio
Voglio raccontare un giro a Lacona, ieri, domenica 27 giugno 2021, (percorso, parcheggio, spiaggia).
Come ogni estate mi reco a godere qualche ora di mare con i nipoti alla spiaggia di Lacona, raggiungibile in pochi minuti di auto dalla mia abitazione alle pendici del Colle Reciso.
La strada comunale che salendo dal lato di Portoferraio porta al valico è ogni anno sempre peggio come manutenzione, come segnaletica orizzontale e verticale, priva dei più basilari elementi di sicurezza, (un profondo avvallamento dopo una curva ha oramai interessato tutta la carreggiata e non vi è mai stata posta alcuna cartellonistica di pre-avviso).
La strada nella stagione estiva è percorsa quotidianamente da diverse migliaia di auto, centinaia di moto, decine di caravan, diversi autobus stranieri, autocarri pesanti e betoniere da e per le Cave Sales di Colle Reciso. Il tutto senza limitazioni di dimensioni, peso e portata. Indicazioni direzionali praticamente inesistenti e unici cartelli di pericolo visibili sono un limite dei 30 km e uno per dossi e cunette.
Sul versante a scendere verso Lacona, nel comune di Capoliveri, la situazione è leggermente migliore (evidentemente il consorzio locale dei laconesi ha un po’ di voce in capitolo), per il fondo stradale e la pulizia dei bordi, ma anche qui da anni la pericolosità della strada in forte discesa e la relativa segnaletica restano degli optional… poi arrivando alla rotonda di fine discesa, davanti al Circolo bisogna capire se per arrivare alla spiaggia serva più un buon navigatore o una profonda conoscenza dei luoghi. Comunque segnaletica in merito nessuna.
Raggiunto il parcheggio libero vicino al grande e secolare Pino, ovviamente privo di ogni indicazione e sicurezza, ci si imbatte in grandi “buscioni”, erba alta, foresta di canne di bambu, enormi buche, auto abbandonate, rifiuti in ogni angolo, diffusi odori di escrementi e urina. Subito dopo c’è il parking a pagamento, ombreggiato e spazioso ma senza una indicazione di entrata/uscita, orario e tariffe.
Il punto più bello però dal punto di vista ambientale e paesaggistico viene raggiunto all’ingresso della spiaggia.
Arrivando sul lato destro, proprio sotto lo storico e simbolico pino della grande e sabbiosa spiaggia, c'è adesso una lunga staccionata del tipo OK Corral, dei grandi massi, resti e macerie edili e soprattutto una enorme, orrida, baracca in plastica del tipo autofficina turca anni 60. Ovviamente nessun cartello informativo di cosa trattasi, a cosa serve, di chi è, perchè è li, nessuno ha saputo o voluto dirlo. Ho notato che l’area è facilmente penetrabile dalla spiaggia e dal bar ristorante confinante, e che alcuni bambini stavano giocando tranquillamente tra le rovine e i detriti dei resti della precedente attività.
Quindi questo è un biglietto di presentazione di un luogo, una spiaggia, conosciuto a livello internazionale e molto frequentato, per un ipotetico turista con famiglia che affittando a caro prezzo un appartamento in zona volesse raggiungere e usufruire di un tratto libero della spiaggia per fare le vacanze di mare all’Elba.
Non è assolutamente mia intenzione incolpare alcuno o scatenare conflitti di competenze tra Parco (entro i cui perimetri ricade la zona NDR) Comune di Capoliveri, Demanio, Capitanerie, ascoltare dotte citazioni di avvocati difensori del diritto pubblico e privato, di associazioni ambientaliste locali o nazionali, sconfortare i consorzi locali, ma sarebbe interessante però capire perchè tutto ciò avviene, perchè nessuno interviene o previene, perchè c’è tanta disorganizzazione e perchè ci sia un così diffuso senso del degrado e uno scarso mantenimento, se non spregio, del territorio elbano.
Relativamente alla maxi baracca in prossimità della spiaggia, e che si trova proprio sotto lo storico e iconico Pino di Lacona, ci possono solo essere alcuni aggettivi per descriverla: impresentabile, inguardabile, inaccettabile.
Mauro Marinari