Caro Federico,
vedo di rispondere alla tua lunghissima lettere facendo alcune precisazioni dovute alla nostra antica amicizia e poi passando ad alcune domande che volevo già fare al tuo Partito ed alla maggioranza e minoranza consiliare del nostro Comune.
Il ricordo della Costarella con Mario Papi e Franco Galletti non voleva certamente essere un artificio per parlare dell’ecomostro (se vuoi d’ora in poi lo chiameremo ecomostriciattolo), così come le rondini della signora che ha scritto prima di me facevano un quadro di una Costarella che non esiste più e che Mario e Franco, ne converrai, stenterebbero a riconoscere nel brutto presepe di cemento nella quale è stata trasformata. Che poi Mario e Franco abbiano costretto a rispondere il segretario del PD è un altro miracolo anche per un ateo come me.
Come sai bene, Legambiente si muove quasi sempre su segnalazioni dei cittadini e mi dispiace dirti che quel che a te pare una bella operazione urbanistica alla maggioranza dei marinesi e turisti pare un colpo in un occhio. Come fai te qualche volta per il PD, come dirigente di Legambiente io ci metto la faccia e lo faccio un parecchio più spesso, visto la differente intensità di attività delle nostre due organizzazioni. Lo faccio anche quando la cosa non è farina del mio sacco, cioè fortunatamente quasi sempre, perché quel che viene messo dai cittadini nel sacco di Legambiente è comunque cosa che mi riguarda come dirigente di un’associazione di cittadini che ai cittadini risponde sempre senza niente chiedere in cambio.
Per la Camola abbiamo rivolto, come facciamo sempre, alcune domande al Comune di Marciana Marina e, come facciamo sempre, a maggior ragione quando spuntano nomi di amici, abbiamo reso tutto pubblico. E’ il nostro metodo, può piacere o non piacere, noi rendiamo sempre pubbliche segnalazioni ed incontri con le istituzioni, funziona così, ben prima che arrivassero i grillini con lo streaming. Se poi nel cartello spunta anche il nome di una ditta che sta costruendo dappertutto e che abbiamo già beccato a fare un abuso, la cosa per noi diventa ancora più preoccupante. Comunque la si giri, trasformare un piccolo deposito di bombole e mobili in un villaggio turistico di seconde case si chiama speculazione edilizia e non ha niente a che fare con la valorizzazione, tantomeno ambientale, di un luogo
Alla nostra lettera il geometra Navarra, capo dell’ufficio tecnico del Comune di Marciana Marina ha inusualmente risposto, confermando che sul quel terreno c’erano precedenti abusi condonati o con ordinanza di demolizione non ancora effettuata al momento della concessione della licenza, inoltre ha scritto che un recente sopralluogo nel cantiere ha rilevato “Difformità, soprattutto nel rispetto delle distanze dai confini ed imposto la demolizione di alcuni elementi strutturali difformi al progetto approvato”.
Ora te confermi che sulla base d quelle costruzioni, che non avevano nessun fine abitativo (magari per questo erano così brutte, come vuoi dimostrare nelle tue foto per giustificare l’intervento?) è stato concesso un ampliamento del 20% e tutto a fini abitativi… non è poco, anzi è moltissimo e questa per noi, legale od illegale, e mala-urbanistica, figlia di quell’edilizia contrattata che tanto piaceva al precedente assessore all’urbanistica della Regione Toscana e che, insieme all’abusivismo, alle sanatorie ed ai falsi Peep, ha ingolfato la nostra isola di case invendute. La domanda che in molti si fanno è perché si continui a costruire compulsivamente e bulimicamente se nessuno vende, la risposta più tranquillizzante è che si tratti dell’abbrivio della rendita, ma da dove arrivano tutti questi soldi in tempo di crisi nera dell’economia e dell’edilizia? Questi lavori, se si escludono le prime case “vere”, non portano niente all’Elba: le nostre ditte sono quasi sempre escluse e arrivano squadre di lavoratori dall’estero, un segnale non sempre tranquillizzante in un settore, quello edile, che ha il più alto tasso di lavoro irregolare in Italia.
Per questo mi risparmierei le battute su chi fa le foto ai cantieri: se guardi le nostre ultime segnalazioni vedrai che, ad esclusione delle case a Lavacchio, i controlli hanno sempre appurato una qualche irregolarità, quindi le segnalazioni dei cittadini fatte nostre avevano fondamento. La politica e l’amministrazione dovrebbero semmai chiedersi perché i cittadini/elettori si rivolgono a Legambiente invece che a chi li dovrebbe rappresentare politicamente ed amministrativamente.
Inoltre, ti assicuro Federico, questa cosa non avviene tranquillamente, le telefonate di “avvertimento” non mancano e nemmeno le minacce dirette, come successo solo due giorni fa ad una nostra socia colpevole di aver parcheggiato la sua macchina troppo vicino ad un cantiere in un Paese noto per la sua “allegria” edile. Naturalmente la cosa non ci spaventa perché il nervosismo degli altri ci conferma che abbiamo colpito nel segno, anche se il bersaglio a volte è così grosso da essere pericoloso.
Ma veniamo alle domande che non rivolgo a te come professionista, ma alla politica marinese ed elbana che mi pare molto distratta:
1) E’ possibile rilasciare un nuovo permesso di costruzione su un terreno gravato da un procedimento in corso per abuso edilizio non sanabile? Nella lettera inviata alla stampa il geometra Navarra ci informa dell'esistenza di "una parte abusiva di mq. 90 circa oggetto nel progetto di sola demolizione, per ottemperare ad un'ordinanza di demolizione". Secondo noi quella parte abusiva non era sanabile perché la sua destinazione d'uso residenziale era incompatibile con le previsioni del piano regolatore. Il Comune avrebbe dovuto pretendere la preventiva demolizione del manufatto abusivo, verbalizzare il ripristino dello stato dei luoghi e solo dopo accettare una nuova domanda di costruzione
2) Come è possibile utilizzare dei magazzini condonati per farne civili abitazioni? Sempre dalla lettera del geometra Navarra abbiamo appreso che i volumi utilizzati sono entrambi magazzini che non potevano avere diversa destinazione d'uso perché secondo noi sarebbe stata in contrasto con le previsioni di piano regolatore. Tant’è che il volume di 90 m2 adiacente era stato considerato per queste ragioni non sanabile e destinato alla demolizione. Nel progetto approvato sembrano invece essere divenuti volumi utilizzabili ad uso abitativo
3) Come è possibile trasformare un magazzino interrato condonato in un volume abitabile fuori terra? Anche in questo caso il condono del 1985 sanava un volume tecnico interrato e non lo trasformava in un volume abitabile di superficie
4) In base a quali calcoli un volume condonato di 250 m2 con l'aggiunta di volumi tecnici e locali accessori ha raggiunto le dimensioni di un ecomostriciattolo, anche se in bioedilizia? In particolare sarebbe interessante capire se volumi tecnici e volumi accessori abbiano di fatto, quanto ad altezza, le caratteristiche di locali ad uso abitativo
5) Sono stati rispettati gli standard urbanistici di parcheggi, verde pubblico, smaltimento rifiuti, ecc? Oppure trattandosi di volumi esistenti si è trascurato l'impatto effettivo che questa costruzione comporta?
5) E’ possibile autorizzare una distribuzione di volumi sul terreno diversa da quella esistente e di tale impatto ambientale, che non ci sembra esattamente in linea con le previsioni vigenti, senza coinvolgere l'unico organo deputato a definire la pianificazione territoriale, cioè il consiglio comunale? Ci pare che qui ci sia un evidente scavalcamento degli organi rappresentativi della amministrazione comunale, che d’altronde sembrano ben propensi a farsi scavalcare e rappresentare dai tecnici.
Come vedi, Federico, nonostante la tua lunga e puntigliosa lettera che esaurisce solo quanto da te fatto in qualità di progettista, ci sono ancora molte spiegazioni da dare, non tanto a Legambiente ma ai cittadini ed a tutta l'amministrazione comunale, se ne avesse curiosità e voglia. Ma anche in questo caso resta un problema politico di gestione del territorio che deve interessare tutti gli amministratori e tutte le forze politiche, a partire da quelle di opposizione, e che riguarda anche te come segretario di zona del PD ed in particolare la decisione di continuare nel tuo importante ruolo politico, nonostante la tua attività professionale ti porti a mettere le mani in quanto di politicamente più delicato c’è all’Elba e nell’Italia “massacrata dai giornali e dal cemento”, come canta Francesco De Gregori, l’urbanistica e l’ambiente.
Umberto Mazzantini