Legambiente a Arcipelago Toscano è molto soddisfatta dei risultati del meeting tenutosi ieri a Livorno, al quale è intervenuto anche il nostro vicepresidente nazionale Edoardo Zanchini, durante il quale il Presidente della Regione, Enrico Rossi, e l’Assessore Regionale all’Urbanistica, Anna Marson, hanno annunciato da un milione ad un milione e mezzo di finanziamenti all’anno per permettere ai Comuni di abbattere ecomostri ed ecomostriciattoli.
Che, come si legge nelle cronache dell’incontro livornese, questa decisione abbia preso spunto dalle segnalazioni di Legambiente e di cittadini e turisti “compresa quella della costruzione di tre villette vista mare a Lacona, all’Elba, con lo sbancamento di una collina regolarmente autorizzato” e dal lavoro di qualche coraggioso giornalista, ci rende ancora più orgogliosi, perché è stata compresa la nostra battaglia per la bellezza, per la salvaguardia della nostra Isola dalle brutture in cemento, siano esse illegali o legali.
Chi anche in questi giorni continua ad accusare Legambiente di fare allarmismo dovrebbe farsi un esame di coscienza, pensando a quanto il suo atteggiamento complice ed interessato verso l’abusivismo e le previsioni urbanistiche abbia portato alla crisi economica che viviamo, alla nascita di migliaia di seconde case che non si riescono più a vendere ed affittare abbia contribuito a sfregiare la bellezza di un’isola che noi vogliamo resti meravigliosa.
I provvedimenti annunciati da Rossi e Mason sono quelli che Legambiente chiede da anni, mentre in quest’isola si continuava (e si continua) a costruire anche in norma di salvaguardia e mentre la precedente giunta regionale ed i Comuni elbani promettevano un Piano Strutturale unico che non ha mai visto la luce, sono gli stessi che, chi oggi ci accusa, è riuscito a non far prendere annegandoli una babele di strumenti urbanistici, varianti, variantine, edilizia contrattata, sanatorie… che è riuscita a far costruire ecomostri ed ecomostriciattoli, ma non un canile comprensoriale, come denunciava solo ieri ancora una volta l’Enpa, o i depuratori che mancano ancora.
Come ha detto l’Assessore Marson: «Non solo abusi. Gli ecomostri, infatti non sono sempre frutto di abusivismo. A volte sono un problema di pianificazione insufficiente; a volte di lunghezza di procedure; a volte di comportamenti al limite del lecito; altre volte dell’incapacità di trattare una trasformazione in relazione al contesto. In particolare preoccupa la tendenza a far lievitare le dimensioni degli interventi non conteggiando nei permessi (e quindi nella superficie utile lorda autorizzata) le superfici accessorie, come garage, scantinati, sottotetti. Ritengo necessario introdurre un limite massimo per la percentuale di superficie dei vani accessori rispetto a quella utile lorda complessiva».
Parole finalmente chiare, come chiarissime sono state quelle del Presidente Rossi che si è dimostrato lucidamente consapevole di una situazione basata sulla pura rendita, giunta ormai al limite, e della necessità di nuovi strumenti che difendano bellezza e paesaggio con regole chiare e valide per tutti: «Se l’edificazione è brutta e gli standard sono minimi (verde, parcheggi), se sorgono le periferie delle villette a schiera è perché subiamo la pressione del profitto immediato. Dobbiamo, perciò, capire come liberarci dalla pressione della rendita fondiaria nella progettazione delle città. E sapere che la rendita della proprietà contrasta con la rendita del paesaggio». Al tempo stesso, però la tutela del paesaggio non deve contrastare con lo sviluppo «perché se questa regione non mantiene ben salda una realtà manifatturiera e industriale, non avrà neppure possibilità di tutelare paesaggio. Penso, ad esempio, a Piombino: se lì perdiamo 4.000 posti non sarà possibile recuperarli. E allora ci saranno spazi per essere riempiti da villette a schiera».
Indicazioni alle quali speriamo che si adeguino, senza il solito dilatorio ostruzionismo, gli amministratori comunali elbani, a partire da quelli delle forze politiche che sono in maggioranza in Regione.
Un’altra bella notizia che arriva dal convegno livornese è l’intenzione di abbattere l’inutile muro Dalla Chiesa che taglia in due Pianosa e che sta mostrando segnali di preoccupante e progressivo degrado. Un muro nato per impedire un improbabile sbarco dei terroristi delle Brigate Rosse ai tempi del carcere di massima sicurezza. Che la Regione lo indichi come uno degli “ecomostri” da abbattere è il coronamento di un’altra nostra battaglia, iniziata con un blizt di Goletta Verde del 2002, al grido di “Abbattiamolo”, «Per riconsegnare questo sito di grande importanza archeologica al suo antico splendore».
L’assessore Marson ha detto che anche «La direzione penitenziaria sarebbe contenta della sua demolizione». Legambiente, oggi come più di 10 anni fa, quando lanciammo l’idea di abbattere quell’orrendo muro con il Blitz di Goletta Verde, conferma tutta la sua disponibilità a trovare il modo per abbatterlo e smaltirlo al minor costo e nel miglior modo possibile, liberando Pianosa da quell’inutile bruttura.