Curiosando sul web ho trovato sulla Treccani la definizione di meticciato: gruppi etnici, o anche individui, risultanti da incroci tra razze o popolazioni diverse – territorio abitato da una popolazione fortemente meticciata –.
In Italia si generano sempre meno figli, nel mondo siamo agli ultimi posti per natalità, ogni anno che passa i morti superano i nuovi nati. Siamo entrati nella fase cosiddetta – dell’inverno demografico – l’uomo italiano ha il suo primo figlio a 36 anni. I sintomi sono fortemente preoccupanti.
Continuando così gli esperti ci dicono che entro 50 anni la popolazione italiana dai circa 60 milioni attuali passerà a 47 milioni. Già oggi le culle sono vuote mentre gli ospizi sono pieni.
I figli costano. Crescere i figli costa fatica, denaro, responsabilità. La tendenza pare essere inequivocabile: come italiani siamo moderatamente benestanti, motorizzati, connessi con il mondo sul web, tutti abbiamo lo smartphone. Ma sempre meno siamo in grado di generare.
Spesso guardiamo le poche famiglie che si ostinano a fare figli come a una cosa strana, quasi sconveniente. Dovrebbe essere il contrario. Diminuiscono i nati, mentre aumentano gli anziani: l’Europa è un paese per vecchi.
Sia per questi dati che per i grandi flussi migratori appare evidente che l’uomo europeo classico andrà scomparendo per fare posto a un meticciato nuovo. Non c’è da preoccuparsi troppo perché così sono sempre andate le cose nel flusso del tempo. Tutti noi siamo un misto e il concetto di razza pura lasciamola ai fanatici tipo Mein Kampf.
Gli esperti indicano che la colpa è anche nell’incertezza economica e dell’insicurezza di strutture sociali indotte: si chiedono più asili nido, congedi parentali, sussidi familiari, redditi minimi. Spesso con la scusa di future crisi economiche sempre in agguato e con la fissazione dei risparmi ad ogni costo, si ritardano i progetti sociali strutturali a favore di chi vorrebbe costruirsi una famiglia e ha timore economico per il futuro.
Ci ha messo del suo anche il fenomeno dominante del consumismo, con l’esasperazione dei desideri che spesso sono indotti e droganti e sottoposti all’imperio del profitto ad ogni costo.
In questa morsa psicosociale si iscrive spesso il desiderio di avere pochi figli o di non averne.
Tuttavia, forse, davvero, volere che i figli nascano e lasciare che i figli nascano vuole dire dopotutto amare la vita, avere fiducia, abbracciare la scommessa di un destino buono per noi e per chi abbiamo messo al mondo.
Enzo Sossi