L’apparizione sulla scena pubblica di Portoferraio del gruppo Scoglio-Nati, trasformatosi in Scoglio-Attivi, credo possa contribuire, insieme a tutti i movimenti e gruppi che si stanno manifestando, sia i partecipanti al M5S, che il gruppo di riflessione e proposta Elba 2020 Team al cambiamento del modo di fare politica fin qui incarnato dai partiti per come li abbiamo conosciuti.. Alcune settimane fa c’è stato il contributo su questo giornale di Tatiana Paolini “Se ti evolvi…risolvi” e la suggestione di Francesca Campagna con World Wide WElba, un manifesto per l’Elba. Io sono nuovo alla scena politica elbana ma mi sembra di capire che non sia stata tanto diversa da quella di altri luoghi, o di quella nazionale: ovvero la sostanziale crisi dei partiti tradizionali di rappresentare i bisogni dei cittadini e di dare risposte congrue alla soluzione dei problemi divenuti sempre più gravi ed urgenti. Ma qui non mi interessa tanto fare l’analisi del passato quanto vedere se l’asfittica politica dei partiti tradizionali, sia nella versione di governo che di opposizione, abbia o no delle alternative concrete di essere messa da parte da nuove generazioni e nuovi modi di intendere il rapporto fra cittadini e istituzioni.
Da questi fermenti che incredibilmente si stanno manifestando, che superano l’apatia e la rassegnazione generalizzate, penso possa scaturire un manifesto comune fatto di elementi di processo e di programmi realistici e realizzabili. Non mi cimento sulla parte dei contenuti perché non mi sento particolarmente dentro le questioni del luogo, ho alcune idee che magari in altra sede proverò ad esprimere, ma mi preme che negli elementi di processo ci siano due elementi imprescindibili: trasparenza e partecipazione.
Ecco perché l’iniziativa spontanea degli Scoglio-Attivi è importante e spero che non sia vista come un episodio, o peggio come un’azione di volontariato.
Io credo che la partecipazione attiva dei cittadini, sia dal punto di vista dell’elaborazione delle politiche, ma anche nella parte di realizzazione, sia la nuova cifra della contemporaneità. Ovvero il valore della partecipazione, insieme alla trasparenza che oggi in epoca digitale è assolutamente possibile, è la vera “rivoluzione”.
La crisi del modello socialdemocratico, che in Italia, è stato declinato nella versione cristiano sociale, ha lasciato la società in mano al mercato e all’ideologia del mercato che risolve tutto come una forza naturale. I risultati li vediamo, ma non potremmo ritornare a prima perché la globalizzazione non consente più le risposte politiche precedenti ai bisogni sociali crescenti. Anche paesi meglio organizzati e meno corrotti del nostro sono in crisi e non sono più in grado di dare risposte ai crescenti bisogni sociali.
L’Italia si regge molto sulle risorse accumulate dalle generazioni precedenti e sulle tante forme di associazionismo e volontariato esistenti. Io credo che bisogna affermare il valore sociale della partecipazione e vederlo in maniera strategica non solo per quello che può dare in servizi ma anche per quello che può rappresentare per le persone stesse che ci partecipano. Reinventare in epoca digitale un senso di appartenenza, perchè prendersi cura di un giardino da parte degli Scoglio-Attivi deve essere un’eccezione e non può essere una regola.
Perché invece di brontolare e avvilirci non possiamo far adottare spiagge, sentieri e quant’altro a cittadini che si organizzano e si danno regole di comportamento?. Perciò elaborazione delle politiche e partecipazione alla realizzazione di alcuni aspetti, non è più tempo di votare e aspettare le risposte dalle istituzioni, la delega come è stata fino ad ora non funziona più, trasparenza e partecipazione possono essere parte essenziale del rinnovamento. Le istituzioni vanno rese trasparenti e “invase” dai cittadini attivi!!
Valter Giuliani