Fonza è una spiaggia bellissima e isolata, un paradiso di ghiaia e scogliere incastonato nel Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, raggiungibile in auto con la strada sterrata della Segagnana o, meglio, con il magnifico sentiero costiero dei rosmarini riaperto poco più di un anno fa; una spiaggia circondata di ville ben nascoste nella vegetazione, ai confini tra i Comuni di Campo nell’Elba e Capoliveri, divisa da una scogliera che 70 anni fa venneutilizzata come molo dalle truppe senegalesi, marocchine, francesi e inglesi che liberarono l’Elba dal nazi-fascismo… E’ questo lo scenario dell’ultima operazione di pulizia di una spiaggia realizzata dall’associazione elbana ioMare grazie ad un finanziamento di Acqua Rocchetta ed al contribuito di Legambiente che sta preparando anche la cartellonistica per illustrare le caratteristiche ambientali di Fonza e per invitare i bagnanti a non abbandonare rifiuti.
David Moneypenny, che ha guidato il team di ioMare spiega che «Il primo giorno abbiamo trovato un capanno fatto di legname secco che il mare aveva portato nel tempo. Sembrava proprio una casetta di qualche naufrago su una isola deserta. Non era costruito abbastanza solidamente e il mare mosso dei giorni seguenti l'ha abbattuto. La spiaggia era poco affollata, sicuramente a causa della lunga distanza da una strada asfaltata. Abbiamo iniziato con una pulizia generale della spiaggia levando gli oggetti più grandi come bottiglie di plastica, lattine, contenitori di polistirolo, tubi, sedie, imballaggi, grandi pezzi di plastica. Questo colpisce tanto perché in poche ore la spiaggia cambia radicalmente e sembra pulita. Ma il lavoro duro è iniziato il secondo giorno quando abbiamo iniziato a levare i frammenti più piccoli di polistirolo, tappi di bottiglie, cannucce, fili, pezzetti di plastica di ogni colore, vetri. Questo sì che sembra un lavoro senza fine, ma sono sicuro che, con la dedizione che ioMare metterà su questa spiaggia d'ora in avanti, la riporteremo ad essere incontaminata così come dovrebbe essere».
Quando gli attivisti di ioMare hanno iniziato a ripulire la spiaggia di Fonza, all’inizio turisti e residenti erano perplessi, poi si sono incuriositi e alla fine qualcuno ha cominciato a dare una mano e, come dice David, «Ad aiutare e capire che quel luogo è di tutti noi. Il secondo giorno ci hanno aiutato alcune persone dall'Alto Adige in vacanza. Altri ci hanno offerto una birra fresca che era molto gradita sotto il sole rovente. Il terzo e quarto giorno alcuni residenti si sono messi a disposizione e ci hanno persino aperto le porte della loro abitazione. Uno dei residenti, che ioMare ringrazia per il suo contributo, con la sua jeep ci ha aiutato a portare via i sacchi e depositarli nei bidoni che si trovano a una lunga distanza dalla spiaggia. Abbiamo persino levato sacchi che i proprietari di imbarcazioni avevano lasciato sulla spiaggia vicino a nostri sacchi. Torneremo spesso in questa spiaggia per tenerla pulita, ma non solo, torneremo anche per goderci questo posto meraviglioso».
Per due giorni quelli di ioMare hanno ripulito le foci dei due torrenti che sfociano a Fonza che si sono rivelate una vera e propria miniera di rifiuti portati dal mare, poi sono passati alla scogliera nel tratto capoliverese della costa, raccogliendo altri 4 grandi sacchi neri di rifiuti tra le pietre. «In totale - sottolinea Moneypenny - abbiamo levato 15 grossi sacchi neri».
L’iniziativa fa parte del monitoraggio nazionale dei rifiuti marini avviato da Legambiente e a Fonza i volontari di ioMare hanno censito ben il 98% di plastica, seguita da vetro, un po' di metallo e stoffa. «Il 95% di quello che abbiamo trovato è stato portato dal mare e l'altro 5% sono rifiuti lasciati lì da persone che hanno frequentato la spiaggia – dicono a ioMare - È molto facile vedere la differenza.
Infatti il progetto, grazie al finanziamento di Acqua Rocchetta, dopo a prima pulizia radicale prevede interventi periodici durante tutta l’estate (e probabilmente anche durante il resto dell’anno) da parte degli attivisti di ioMare.