Il Gruppo di San Rossore presentò alla Sapienza a Roma nello scorso dicembre in occasione dell’incontro nazionale promosso dal ministro Orlando sulla situazione estremamente critica delle nostre aree protette un Quaderno su ‘Il futuro che vogliamo’. Raccogliemmo 20 autorevoli contributi sul variegato ventaglio di problemi da quelli internazionali a quelli locali che interessano e coinvolgono oggi il nostro ricco ma spesso confuso agglomerato di aree protette.
Il ministro Orlando lo apprezzò molto e ci chiese di predisporne un secondo più specifico e mirato ad alcune delle realtà più importanti in cui oggi si riscontrano più vistose carenze e criticità come il santuario dei cetacei e le aree protette marine, la pianificazione e il paesaggio, il sistema alpino, alcune realtà storiche dei parchi regionali.
Il Quaderno ‘Riforma dei Parchi-Visioni e urgenze’ esce nel momento in cui si è alle prese nientepopodimeno che con l’insediamento di quasi tutti i comitati direttivi dei parchi nazionali in attesa di rinnovo spesso da anni.
Intanto si stanno ulteriormente complicando una serie di realtà regionali senza tuttavia che sul piano nazionale prenda corpo qualcosa che possa somigliare ad un rilancio del ruolo dei parchi che richiede innanzitutto una ridefinizione del ruolo del ministero dell’ambiente che con le modifiche della legge 394 sempre in discussione al senato non ha nulla a che fare. Non è certo la legge che impedisce al ministero di ricostituire sedi e strumenti –cancellati da anni- di programmazione nazionale visto che solo pochissimi dei 24 parchi nazionali oggi mancano oltre dei direttivi anche di piano. Si è tornati ad esempio a parlare di accordi anche internazionali sulla biodiversità ma qualcuno sa che fine a fatto la nostra Carta della Natura e anche il più recente piano della Biodiversità presentato a suo tempo con una bella passarella ministeriale?
Mentre su questi temi resta il buio più pesto va sempre più per la maggiore il richiamo ai parchi perché diventino motori della greeneconoy. L’economia verde deve affidarsi ad altri motori ora impegnati in una economia finanziaria speculativa che ha dissestato l’ambiente e continua a farlo, i parchi sono e devono tornare ad essere il motore delle politiche ambientali finite in cantera di fondo sia per quanto riguarda il riassetto del suolo, della tutela del paesaggio, della biodiversità e della natura. Qui devono operare i parchi che sono stati istituti per questo, così potranno concorrere e sostenere anche a politiche economiche nuove ecosostenibili.
Ecco il Quaderno mette a fuoco questi aspetti sui quali continuano a circolare troppe banalità a cominciare dal piano istituzionale- vedi il titolo V. Per fortuna i movimenti ambientalisti sono impegnati seriamente per cambiare finalmente le cose mentre non lo sono altri che dovrebbero farlo per precise competenze e responsabilità istituzionali.
Renzo Moschini
Il Quaderno può essere acquistato al prezzo di 10 Euro incluse le spese di spedizione con versamento su conto corrente postale n. 14721567 intestato a Edizioni Ets -Pisa.