Se ci affidiamo alle cronache quotidiane c’è solo l’imbarazzo della scelta tanto è ricco e vario l’elenco delle situazioni che alimentano polemiche spesso vecchie e irrisolte. Si va dai bidoni avvelenanti ai termovalorizzatori, pirogassificatori, impianti e strutture energetiche, erosione e inquinamento marino ma anche fluviale, alluvioni e poi gli aereoporti, le autostrade, licenze troppo generose e comunque discutibili. Un bel guazzabuglio che –ecco un primo nodo- è difficilissimo e sovente impossibile ricondurre ad ambiti definiti e chiari. Basta dover provvedere a Boccadarno a eliminare l’interramento della foce perché l’elenco dei soggetti chiamati in causa si moltiplichi, autorità di bacino, comune, provincia, regione, parco e forse non sono tutti. Un contesto complicato ma anche in continuo cambiamento. Prima sono sparite le comunità montane ora le province da 10 dovrebbero diventare 3 più una città metropolitana. Le province a loro volta un referente obbligato per interventi e gestioni anche speciali di aree vasta; penso alle aree protette ma anche ai bacini dovranno ora essere riconsiderate. Qualche esempio. Vi erano –anzi ci sono- aree protette provinciali e interprovinciali che ora dovranno essere in qualche modo riviste?. Ma la legge che da anni avrebbe dovuto rivedere l’assetto regionale non sappiamo in quale girone sia finita. Una partita così complicata sembra essersi via via ridotta ad una partita a due tra regione e comuni. Nel frattempo però – ma anche questo non emerge- le competenze e le responsabilità di entrambi soggetti risultano ridimensionate non soltanto sotto il profilo finanziario perché sono cresciute a dismisura quelle centralistiche come testimoniano l’aumento dei ricorsi alla Corte costituzionale che danno ragione allo stato. Le cronache ci dicono anche che su molte delle questioni qui appena accennate vi sono roventi polemiche politiche e istituzionali che si incrociano spesso con quelle dei cittadini, dei movimenti, comitati riuscendo raramente a sintonizzarsi. E’ stato detto che senza territorio la politica diventa volatile. Ecco qui bisogna ritrovare il ‘territorio’ inteso come ambiente, comunità, competenze, coinvolgimento.
Qui l’unica candidatura vera che conta non è quella alle primarie ma al governo del territorio ora e dopo Monti.