Sono un proprietario di seconda casa all’isola d’Elba dal 2011.
Intendo con questa manifestare la mia preoccupazione circa l’ormai diffusa pratica da parte dei proprietari di cani di frequentare tutte le spiagge dell’isola con i loro cani, molti di grossa taglia.
Il termine “frequentare” è purtroppo un eufemismo dal momento che gli animali vengono lasciati liberi (senza guinzaglio né corto né lungo ) di scorazzare su e giù per l’arenile, fare il bagno con o senza i padroni, defecare sul bagnasciuga, come ho visto con i miei occhi a Capo Bianco in giugno, azzuffarsi reciprocamente con morsi e ringhiate reciproci ad un metro da me steso sul mio asciugamano (Sansone, luglio).
In una frase: i cani come liberi bagnanti con tutti i diritti di godersi come meglio credono la spiaggia.
Ora, so bene che la preoccupazione primaria delle forze dell’ordine è quella di salvaguardare i diritti dei bagnanti dall’invadenza degli stabilimenti balneari, ma mi sembra ormai improcrastinabile una sorveglianza attiva relativamente a questo problema.
Il lassismo ha fatto sì che di anno in anno il problema si accentuasse fino ad arrivare al dramma di qualche giorno fa: cento punti di sutura sulla testa di un bimbo di Livorno, che faceva il bagno gomito a gomito con un rotweiller.
La legge regionale che permette l’accesso in spiaggia ai cani è quindi interpretata dai proprietari come un lasciapassare al non rispetto delle regole: tenere i cani al guinzaglio o con la museruola in un luogo dove la gente sta stesa in terra o si dimena in acqua facendo il bagno (come interpreta un cane un gesto incontrollato di un uomo?).
Quale tortura è inoltre tenere un animale col pelo a 35 gradi per ore e che reazione comportamentale può avere un cane a tale temperature?. Alla faccia dell’amore smisurato per il proprio animale!
A corredo e conferma di quanto scritto potrei inviare innumerevoli foto da me fatte quest’anno di cani lasciati liberi sulla spiaggia o nell’acqua.
Grazie per l'attenzione
Stefano Scardovi