Dopo che la spiaggia di Galenzana, nel Comune di Campo nell’Elba, è tornata alla ribalta delle cronache per il ritrovamento, dopo un forte temporale, di rifiuti e attrezzature balneari sparsi in un arenile che fa parte del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano – rifiuti di cui sembrerebbero responsabili i soliti ignoti - i volontari di Legambiente si sono recati per l’ennesima volta nell’area ed hanno trovato non solo altri strani rifiuti abbandonati allo sbocco del sentiero che porta alla spiaggia, ma anche nuove delimitazioni di un altro cantiere che si vanno ad aggiungere ai lavori già denunciati la scorsa estate dall’associazione ambientalista in un’area sotto vincoli paesaggistici e ambientali.
Permane naturalmente la chiusura ad opera dei privati dello storico sentiero pubblico che porta alla spiaggia.
«Dopo la riunione convocata il 30 giugno 2015 dall’ex vice-sindaco del Comune a Marina di campo – dicono gli attivisti campesi del Cigno Verde – e soprattutto dopo le precise prese di posizione del Corpo forestale dello Stato e del Parco Nazionale sulla fruibilità pubblica della sentieristica di Galenzana, ci aspettavamo che l’Amministrazione Comunale intervenisse, invece non è mai stata convocata la seconda riunione promessa per arrivare all’riapertura del sentiero pubblico costiero e per definire le altre modalità di accesso all’intera area. In compenso è proseguita la privatizzazione strisciante di Galenzana, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti e che non hanno tutelato in nessun modo, come dimostrano i fatti recenti, un’area delicata e bellissima, in parte protetta da un Parco Nazionale ed inclusa in una ZPS e ZSC dell’Unione europea».
Legambiente Arcipelago Toscano, viste le dimissioni dell’ex vicesindaco Galli, che aveva convocato la riunione su Galenzana, visto il rimpasto di Giunta a Campo nell’Elba con l‘assegnazione di nuove deleghe, chiede al Sindaco Lorenzo Lambardi di convocare la seconda riunione promessa su Galenzana, per fare in modo che siano riaperti i sentieri pubblici chiusi e che venga ridefinito un utilizzo sostenibile della spiaggia e dell’intera area, mettendo fine ad abusi e ad attività improprie e dannose in una delle spiagge e delle coste più belle ed a rischio dell’Elba.