Prima di tutto vorrei ringraziare l’amico Graziano, che a mia insaputa ha scritto una bella lettera su questo giornale il 14 Novembre facendomi una gradita sorpresa. Come dice lui: ”amo la semplicità e il silenzio” ma come essere umano non sono indifferente a certi riconoscimenti.
Lo conosco ormai da tanti anni, da quando eravamo attivisti nell’associazione ecologica “Elbaviva” e per noi la natura ha avuto sempre un ruolo fondamentale.
Abbiamo fatto molte passeggiate insieme sul nostro territorio ed una serie di escursioni molto belle nel “Parco del Gran Paradiso”.
Per ciò che riguarda il promontorio dell’Enfola, l’occasione mi é capitata nel 2010, quando ho saputo che l’associazione “Amici dell’Enfola” aveva preso in adozione (attraverso l’iniziativa del Parco dell’arcipelago Toscano “Adotta un sentiero”) il sentiero n°108 che dalla spiaggia dell’Enfola attraverso una strada militare arriva in cima al promontorio.
Sono stati loro a darmi la possibilità di poter vivere questa esperienza e per questo gliene sono grato.
Ed é così che da Maggio di quell’anno, con l’aiuto saltuario di mia moglie Mara e di qualche amico o conoscente, ho iniziato ad occuparmi della pulizia di questo spicchio di paradiso.
Pulisco soprattutto il fossetto per lo scolo dell’acqua piovana, spesso intasato da terra e da vegetazione che l’acqua e i cinghiali si portano dietro, ma taglio anche l’erba e raccolgo i rifiuti che persone irrispettose degli altri e di se stessi abbandonano lungo il percorso.
Qualcuno forse si domanderà perché lo faccio.
Lo faccio soprattutto per me, perché mi scarica dalle ansie quotidiane e mi fa avere un rapporto particolare con la natura che è possibile percepire solo vivendoci a stretto contatto.
Tutto questo avveniva naturalmente per le vecchie generazioni che lavoravano la terra e ne traevano sostentamento. Oggi invece questo rapporto si è attenuato notevolmente e noi uomini “tecnologici” siamo sempre piu’ legati da tutti i nostri impegni.
Poi ovviamente, se l’ambiente è tenuto pulito è piu’ bello e gradevole per tutti.
Quante volte ho sentito dire dai turisti che incontro: “vivete in un posto meraviglioso ma sono andato su quel sentiero e mi sono quasi perso, perché ricoperto di vegetazione o perché privo di segnaletica .”
“Avete un sacco di belle cose da vedere ma sono piene d’erba e di spazzatura!”
Noi Elbani siamo spesso i primi a non saper valutare le bellezze che ci stanno intorno.
E poi, anche se a volte sono preso dai momenti di sconforto, sono tante le gratificazioni che riesco ad avere. Diverse persone che incontro lungo il sentiero si mettono a parlare con me e mi ringraziano per quello che faccio.
Piu’ di una volta ho fatto anche da guida portando qualche turista sulla punta (per intenderci accanto allo scoglio della ”nave”) e avrei voluto farvi vedere le loro espressioni difronte a quel panorama.
Mi ricordo in particolare di Elvira, allora impegnata politicamente come assessore al “verde pubblico” nel Comune di Darfo Boario Terme in provincia di Brescia. Uno di quei politici sempre piu’ rari, sensibile alla natura e ai problemi dei suoi cittadini. Una giovane coppia invece, non la finiva piu’ di ringraziarmi per avergli fatto scoprire quello ”spettacolo della natura”.
E’ luogo comune pensare che il contatto con la natura debba essere sempre motivato da un riscontro immediato: andare in cerca di funghi o di castagne, a caccia o a pesca ecc.
Fare tutto questo é sicuramente rispettabile e piacevole.
Ma è sempre necessario dover “prendere” qualcosa per provare gratificazione?
Io credo di no; la natura riesce a darti molto anche se passeggi o se semplicemente stai seduto ad ammirarla. L’importante é imparare ad ascoltare, ed il piacere che ritorna é assicurato!
Nella sua lettera Graziano parla di quel pastore (dal libro di Jean Giono”l’uomo che piantava gli alberi”) che nel piu’ assoluto anonimato e con impegno costante riforestò da solo un arida vallata ai piedi delle Alpi.
E’ veramente emozionante la storia di Elzéard Bouffier che mentre nel mondo imperversa una forza di grande distruzione, la 1° guerra Mondiale e successivamente la 2°, lui con estrema pace e tranquillità continua a piantare i suoi semi.
In un periodo buio come quello che stiamo attraversando, di decadenza politica e umana, dominato dai valori materiali sono questi gli uomini che dobbiamo sostenere.
Sono convinto che quest’uomo sia in ognuno di noi, nascosto da qualche parte in attesa di essere scoperto.
I veri cambiamenti si sa avvengono dall’interno, e probabilmente é da questo lavoro interiore che nasce come dice Graziano “una sensibilità e spontaneità, dal piacere di dare senza chiedere…”
Cosa aspettiamo allora? Iniziamo a piantare qualche albero insieme.
Approfitto dell’opportunità che mi ha dato questo giornale per dirvi che sarebbe mia intenzione trovare un gruppo di volontari che mi possano dare una mano.
L’aiuto non riguarda solo la parte relativa alla zappa e rastrello (non spaventatevi!) ma anche per organizzare una serie di iniziative atte a far conoscere e a valorizzare questo bellissimo posto.
In cantiere ci sono già diverse idee, che in collaborazione col Parco e con altre associazioni potrebbero essere realizzate.
Per contattarmi telefonatemi : 3803806756
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