Un progetto mozzato, un progetto che ora potrebbe essere rilanciato da Provincia, Parco o i Comuni isolani, per non far andar persi migliaia di euro che nel 2005 furono stanziati. Spese sostenute per ristrutturare ruderi secolari della regione Toscana, in varie parti dell'isola, interventi gestiti dall'allora più che viva Comunità Montana, poi scomparsa dal panorama politico isolano per le note vicende dei tagli governativi. Di cosa stiamo parlando? Del progetto Elba trekking - spiega Mario Ferrari architetto dell'ex Comunità Montana, interpellato in proposito- che doveva creare un percorso tra i sentieri dell'Elba, con varie case rifugio disseminate nel territorio a partire dalle due costruzioni di Località Sassi Turchini, fino a giungere ad altre strutture del Perone. Da est all'ovest dell'isola facendo iniziare il percorso di camminate da Cavo. Un'idea perfettamente centrata per favorire un'isola verde in grado di sviluppare il turismo ecologico, a piedi o in bici, con soste in case attrezzate.
La realtà di oggi però registra un stato di abbandono delle case ristrutturate con oltre 170 mila euro, e altri edifici non sono più state recuperati. Il caso del degrado è stato segnalato da escursionisti, che passando dal sentiero 82 nell'entroterra porto azzurrino, e si sono imbattuti più volte nei due edifici ai Sassi Turchini, i quali vanno in malora e hanno segni tangibili di effrazioni, rotture di finestre e porte e resti alimentari di probabili bivacchi clandestini sono visibili all'interno delle case-rifugio. Putroppo- conclude Ferrari - la morte della Cm potrò alla fine del piano. Ecco che la gestione delle due case ai Sassi Turchini furono affidate all'associazione degli arcieri, ma il parco nel 2010 bloccò tale situazione perché le regole non consentivano uso di armi nel territorio protetto. Infatti gli arcieri, che pagavano 1000 euro annue alla Cm di affitto, per fruire delle due case come appoggio e ricovero delle loro attrezzature, si esercitavano al tiro con delle sagome e sistemavano sistematicamente l'area boschiva intorno ai due edifici. Quindi adesso tutto è perduto? Sono in tanti a sperare di veder risorgere il progetto, o in alternativa che le due case siano alienate per recuperare il denaro pubblico speso.
Stefano Bramanti