In questo reale "cacciucco politico" che sta diventando la questione del dissalatore di Mola, si registra oggi un'altra "mossa" nel caso favorevole al fronte del NO, in soccorso dei quali, dopo la scudisciata da destra arrivata da Giorgia Meloni di cui tratta l'articolo di apertura del nostro giornale di oggi, ( sunteggiando: "... poche chiacchiere i dissalatori si facciano e non si stia a cavillare e perdere tempo"), il deputato renziano Cosimo Ferri (membro della Commissione Giustizia della Camera) che ha presentato una "interrogazione con risposta in commissione" ai Ministri della Transizione Ecologica, della Cultura e del Turismo.
Di seguito il testo della interrogagazione:
"... premesso che:
- nel dicembre 2017 la società Asa spa - Azienda Servizi Ambientali in qualità digestore del servizio idrico integrato - ha presentato alla Regione Toscana il progetto 'autonomia idrica Isola d'Elba' per la realizzazione di un dissalatore in località Piana di Mola al fine di risolvere l’annoso problema della carenza idrica del territorio elbano in particolare nel periodo estivo; il progetto prevede fra l’altro una condotta discarico della salamoia derivante dal processo di potabilizzazione dell’acquamarina, nello specchio d’acqua antistante le suggestive e frequentate spiagge di Lido - Golfo Stella, impianto che sarebbe deputato alla produzione di 80 litri al secondo di acqua potabile;
- l’esigenza di realizzare un dissalatore, per fronteggiare il problema della carenza idrica del predetto territorio, deriva dalla rappresentata vetustà della condotta sottomarina che attualmente adduce acqua dalla terraferma all'Isola d'Elba e che fornisce al territorio insulare 160 litri di acqua potabile al secondo, integrando il fabbisogno idrico del territorio;
- con decreti n. 4515 del 12/04/2017, D.Lgs. 152/2006 art. 20, LR 10/2010 art.48. e n. 561 del 18/01/2021, Art. 19 del D. Lgs. 152/2006 art. 48 della L.R.10/2010, la Regione Toscana ha escluso l’assoggettabilità del progetto a Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), procedura amministrativa finalizzata ad individuare i possibili e gravi effetti negativi sull’ambiente e, ciò nonostante, la ferma e diffusa contrarietà della popolazione alla realizzazione dell’opera.
In effetti il territorio in cui dovrebbe essere edificato l’impianto (Piana di Mola) è limitrofo all’area individuata come Zona di Protezione Speciale identificata con il codice Natura 2000 IT5160102 (Elba Orientale) e lo specchio di mare (Golfo Stella), in cui dovrebbe scaricarsi l’ingente quantitativo di concentrato salino frutto del processo di potabilizzazione (si consideri che per ogni litro di acqua potabile verrebbe prodotto un litro e mezzo di salamoia contenente anche sostanze chimiche tossiche), per conformazione ed andamento delle correnti è inadeguato all’efficace ricambio, con conseguente rischio di significativi danni alla flora e alla fauna protette presenti, come confermato anche da autorevoli studi condotti sul posto.
Considerato che l’Autorità idrica Toscana ha commissionato all'Università di Siena uno studio denominato Bilancio idrico dell’Isola d'Elba i cui risultati sono stati trasmessi nel 2019, che ha preso in esame dati disponibili dal 1956 al 2017 e che nelle conclusioni ha suggerito fra l’altro la costruzione di invasi non troppo grandi e conseguentemente numerosi se si vorranno raccogliere quei 7-10 milioni di metri cubi, necessari a mettere in sicurezza l’approvvigionamento idrico dell’isola.
Considerato che i costi preventivati per l'impianto di dissalazione attualmente in programma comporterebbero una spesa fino a circa 20 milioni di euro ad opera completata a fronte di importanti e certi danni all’ecosistema terrestre e soprattutto marino dello specchio di mare interessato su cui si basano la ricchezza ambientale e l'attrattiva turistica del territorio preso in considerazione.
Tutto ciò premesso,
si chiede ai Ministri interrogati, se alla luce delle rilevanti problematiche richiamate ed in particolare dei gravi danni all’ambiente, alla salute e all’economia turistica dell’isola rivenienti dall’inquinamento acustico, atmosferico e marino connesso con la realizzazione del progetto di cui si tratta, non ritengano necessario intervenire per sollecitare un penetrante ed approfondito riesame della situazione e in ogni caso individuare soluzioni alternative idonee a tutelare il territorio preso in considerazione quali fra tutte la realizzazione di una nuova condotta idrica di collegamento tra la terraferma e l’Isola d’Elba".