Premesso che se la situazione è veramente quella descritta dall'articolo di Legambiente sulla cementificazione alla Foce http://elbareport.it/scienza-ambiente/item/7344-campo-cementificazione-alla-foce, si tratta di una vicenda vergognosa da parte di un' amministrazione che, a due anni da una catastrofe, comportandosi in questa maniera, dimostra una miopia che rasenta la cecità, l'episodio permette di ampliare il raggio d'analisi al paese intero.
Ogni giorno in Italia vengono concessi permessi di costruire solo per "incassare" qualche onere di urbanizzazione e/o per assicurarsi qualche voto in più in prossimità delle elezioni. Si potrebbe discutere a lungo sulla maturità di un sistema politico che in molti casi, più evidenti a livello locale ma non per questo meno diffusi anche a livello nazionale, si basa ancora oggi su un meccanismo molto simile al voto di scambio; un sistema politico, il nostro che denuncia, anche e soprattutto da fatti come questo, la totale assenza di un sentimento vero di appartenenza ad una comunità e ad una terra, una cultura dei beni comuni, e il suolo oggi più che mai dovrebbe rientrarvi di diritto.
L'azione politica spesso è guidata dal piccolo cabotaggio, la speranza che una concessione edilizia mi porti venti voti in più, che chiudere un'occhio sugli sversamenti illegali (e gli esempi sarebbero infiniti) di un' ipotetica industria salvaguardi il posto di lavoro di famiglie che poi votano.
Altro esempio di politica suicida e dannosa potrebbe essere quello di chi si ostina a ripetere che bisogna a tutti i costi tornare a crescere e per farlo bisogna produrre e consumare di più, anche nei settori, come l'edilizia che, almeno nel nostro paese hanno raggiunto più che la saturazione.
Chi in questi anni pur di non cedere alle pressioni delle lobbies dei costruttori ha promosso condoni, liberatorie, agevolazioni continuando a impermeabilizzare definitivamente suolo in un paese che ha più di 5,9 MILIONI (fonte agenzia del territorio 2010) di immobili sfitti ha compiuto e continua a compiere atti illegali.
Non ci sono altre parole per definirli. Come non capire di fronte a questi dati che il futuro ed il presente per il comparto dell'edilizia e delle costruzioni può solo andare nella direzione del recupero, della riqualificazione, dell'efficientamento energetico e della messa in sicurezza dell'enorme e sovrabbondante patrimonio esistente?
Tuttavia è proprio di fronte a dati come questi che non me la sento di addossare tutta la responsabilità ai politici e in questo caso specifico all'amministrazione campese (ma a partire dall'ecomostro di Procchio, ce ne sarebbe un po' per tutti) sapete perché?
I politici, talvolta colpevoli o ignoranti, ma fessi mai, continuano (alcuni) ad agire come ho detto prima perché così facendo prendono qualche voto in più, se un' articolo come questo, una denuncia come quelle che quasi quotidianamente il vostro giornale accoglie portasse ad una mobilitazione dell'opinione pubblica, allora si che potremmo lamentarci tutti, e a buon diritto.
Ma fino a quando ci occuperemo della nostra comunità, del suo RUE, del PRG solo quando ci riguardano in prima persona (il famoso proprio orticello) e non si creerà una solida consapevolezza di appartenere ad una comunità, beh, fino ad allora, purtroppo continueranno a verificarsi episodi come questo, ad indignarsi saranno sempre i "soliti noti" (e perfortuna che ci sono) ma il bilancio complessivo, purtroppo, sarà sempre tanto rumore per nulla. 10/20 voti guadagnati e nessuno perso (tanto chi si lamenta non ti ha mai votato e mai ti voterà).
Può sembrare semplicistico, forse il fatto che studi economia, mi porta a ridurre una questione complessa e prettamente "sociale", alla stregua di un semplice bilancio, ma, sono convinto che in ultima analisi il meccanismo funzioni proprio così. Cerchiamo di drizzare le antenne, soprattutto chi, come chi vive all'Elba, ha una responsabilità in più, quella di chi ha ricevuto in eredità un paradiso che nessun ente sarà in grado di proteggere se non chi la ama, ci è nato, la vive.
Matteo Lipparini
NDR La foto "storica" di Gian Mario Gentini che correda il pezzo, tratta dal nostro archivio, dimostra come, nel corso dell'alluvione del settembre 2002, il corso d'acqua esondato andò ad allagare proprio l'area oggetto della contestata cementificazione