Code, ingorghi, parcheggio intasato e traffico bloccato sono state le anticipazioni di un incontro con l’archeologia che ha sorpreso perfino le organizzatrici, con un’affluenza di visitatori, alcuni turisti, molti elbani, altrettanti “quasi elbani”, cioè persone che frequentano assiduamente l’Elba da sempre. Ognuna con un ricordo personalissimo che le lega a quel luogo: sembra che le Grotte abbiano in sé un magnetismo particolare che lega persone e cose, ricordi e stralci di vita, storia illustre e storie personali.
Il pubblico ha partecipato, è sceso giù per la non facile discesa e per il sentiero, scattato foto alle archeologhe e a Portoferraio, ha offerto applausi ripetuti ed esclamazioni di “bravi!” alla lettura di brani classici, si è messo in fila, i bambini sembravano non voler perdere nemmeno una parola.
Il tempo è volato, un’ora sembra decisamente troppo breve. Ringraziamo il Gruppo Archeo Color, e per esso le responsabili e ideatrici, Laura Pagliantini, Luisa Quaglia, Luisa Zito. Pensiamo allora alla possibilità di prenotare visite guidate personalizzate, private, per ricevere lo stesso livello di spiegazione, ma un’attenzione più dedicata. Vale la pena infatti visitare questi luoghi con calma, per poter soffermarsi e fare tutte le domande che vengono numerose.
Ricordiamoci anche che il prossimo appuntamento delle Notti dell’Archeologia è venerdi 28 alla Villa della Linguella: un parallelo d’obbligo, perché le due ville, simmetriche, sono una di fronte all’altra, meravigliose costruzioni di bianco marmo come dovevano essere, ai lati di un golfo tra i più sicuri e protetti d’Italia. Questa volta sarà un architetto l’autore della spiegazione: l’arch. Alessandro
Alessandro Pastorelli ci porterà con una visita guidata sui luoghi di quello che rimane, purtroppo, dalla distruzione di un tragico bombardamento e dalle scelte drastiche degli architetti di Cosmopoli.
Porzioni delle nostra storia vanno così al loro giusto posto, ritrovano nella memoria della gente la loro collocazione. Il prossimo passo, si augura Italia Nostra Arcipelago Toscano, sarà riallacciare il terzo tassello per la rivalutazione e la riscoperta di un luogo nella nostra rada che ha un bisogno estremo di essere recuperato: la collina dell’ex-Lazzeretto, formata dalla caratteristica roccia di aplite bianca, picchiettata di nero, o, come dice la leggenda, macchiata dal sudore degli Argonauti. Ne vale davvero la pena, perché il successo del pubblico è una garanzia di successo, è la prova tangibile che “archeologia” sia sinonimo di “amor proprio”. Possiamo essere sicuri che la gente non aspetta altro che di vedere i proprio beni valorizzati, e siamo certi che valorizzare i propri beni gratifica una comunità, perché la rende fiera delle proprie origini, crea valore aggiunto per sé e per l’ambiente che ci circonda.
Cecilia Pacini