FINE DEL GRANDUCATO DI TOSCANA ASBURGO LORENA
L'ALBA DELL'UNITA' D'ITALIA ALL'ELBA E A PORTOFERRAIO (1859-1860)
Il 28 aprile 1859, dal Governatore militare e civile di Livorno, Annibale Bargagli, arriva una lettera al governatore dell'Elba in Portoferraio.
"Sig. Cav. Colonnello
Governatore dell'Elba
Portoferraio
Ill.mo Signore
Dagli acclusi due proclami pubblicati ieri in Firenze vedrà VS Ill.ma come in forza degli avvenimenti politici colà verificatisi si trovi al Supremo Potere un Governo Provvisorio per la Toscana e vedrà altresì dal proclama oggi pubblicato in questa Città come sia stato riconosciuto il Governo Locale, nel di cui compartimento è compresa anche codesta Isola.
Invitando pertanto la SV Ill.ma a far dare immediata pubblicità nei consueti modi ai Proclami predetti, non manco di raccomandarLe di vegliare con tutto l'impegno a che l'ordine pubblico non resti minimamente alterato. Si compiaccia intanto di accusarmi il ricevimento della presente ed ho l'onore di confermarmi con ossequio distinto.
Di VS Ill.ma
Livorno 28 aprile 1859
Dev.mo Servitore
Bargagli"
(Affari generali del governo dell'Elba 1859-1860.Doc 101-260.Carta 172.Archivio storico comune Portoferraio)
Il governatore di Livorno invita quello di Portoferraio "a far dare immediata pubblicità nei consueti modi "a questo proclama da lui allegato alla lettera, proclama pubblicato ieri, 27 aprile 1859, in Firenze, invitandolo a "vegliare con tutto l'impegno a che l'ordine pubblico non resti minimamente alterato".
Questo è il proclama che il governatore dell'Elba rende noto alle autorità dell'isola e alla popolazione:
"Illustrissimo
Il Governo Provvisorio,che la necessità delle cose condusse a reggere la Toscana, ha già fatto quanto era in lui per tutelare l'ordine pubblico; ed è lecito di riconoscere che la civiltà del popolo Toscano ed i generosi spiriti onde tutti siano animati per la guerra d'Indipendenza, gli hanno reso facile a conseguire con la sola persuasione ciò che spesso neppure la forza basta ad ottenere.
Perché peraltro questi buoni effetti che già si ebbero in Firenze e nelle altre principali dello Stato, si estendano e si conservino, il Governo crede suo dovere di aggiungere agli Atti Legislativi che già fecero
aperti i suoi propositi ,queste più speciali dichiarazioni dirette a tutte le Autorità costituite, dalle quali esso si augura cooperazione efficace.
Il Governo provvisorio prese a reggere lo Stato perché non si disfacesse nell'anarchia,e intende serbarlo intatto a colui che S.M. RE VITTORIO EMANUELE manderà tra breve a costituirvi un'ordinamento per cui la Toscana si mostri com'è, e come si sente di essere, parte nobilissima della patria italiana, e come tale, valida cooperatrice nell'impresa Nazionale, che si apparecchia. Ogni questione di riordinamento interno viene riserbata al giorno in che la grande impresa sarà compiuta. Queste speciali condizioni di origine e di scòpo, fanno al Governo un Sacro dovere di non procedere ad innovamenti intempestivi, ma di serbarsi così delle persone come delle istituzioni tutto quanto potrà essere comportato dal nuovo ed improvviso atteggiamento politico della Toscana.
Però la SV si studi di rassicurare i timorosi, ed accettando il concorso leale di tutte le opinioni oneste, mantenga la concordia degli animi, tanto necessari a condurre a bene il nuovo ordine di cose.
In quest'opera di conciliazione e di resistenza all'anarchia, il Governo crede di poter contare sul patriottismo di ogni ordine di persone; e però di questi suoi intendimenti prega la SV a rendere intesi tutti coloro che hanno dipendenza dalla sua Autorità, invitandoli ad adoperarsi ciascuno nella sfera delle sue attribuzioni ad impedire quei disordini che spesso derivano più da mala intelligenza delle cose che da pensata malignità.
L'Italia è ora in uno di quei momenti supremi nei quali le nazioni sentono i propri destini ed apparecchiano tutte le forze per conseguirli.
Chi si facesse turbatore di questa aspettazione solenne che precede il gran giudizio della Armi, sarebbe parricida.
Il Governo ha ogni buona ragione di sperare che non siavi in Toscana chi non rifugga da tanta scelleraggine.
Abbiamo l'onore di confermarci.
Di VS Ill.ma
Firenze. Dalla Residenza del Governo Provvisorio
Lì 28 Aprile 1859
Devotissimi Servitori
Ubaldino Peruzzi
Vincenzo Malenchini
Alessandro Danzini "
(Idem come sopra)
(Affari generali del Governo dell'Elba1859-1860.Doc 15-100.Circolari 1-42.Archivio storico comune di Portoferraio)
Peruzzi, Malenchini, Danzini costituiscono il 'triumvirato' che è a capo del Governo Provvisorio Toscano.
Carlo Boncompagni è "colui che S.M. RE VITTORIO EMANUELE manderà tra breve a costituirvi un'ordinamento per cui la Toscana si mostri com'è …."
Marcello Camici