In un paesino di nome Serafino c'era una bambina or-fana e molto povera di nome Clara. Clara non aveva niente e per guadagnare dei soldi vendeva fiori raccolti dai boschetti lì vicino, ma a Serafino erano tutti attaccati ai propri averi quindi la povera Clara non riusciva a guadagnare un soldo. Un giorno Clara era in un bosco a raccogliere dei fiori e tra i cespugli vide qualcosa muoversi così si avvicinò lentamente e vide che era un unicorno alato. Clara all'inizio era un po' spaventata finché l'unicorno le disse:
“Ciao Clara!”
E lei rispose:
“Come fai a sapere il mio nome!?”
“Io so tutto Clara, so anche che sei molto povera”, rispose l'unicorno.
“Sì, è vero”, confermò stupita la bambina.
“Sai ho una cosa per te”, ribatté l'unicorno e tirò fuori dal corno un paio di bellissime e nuove scarpette rosse splendenti.
L'unicorno continuò:
“Vedi Clara, queste non sono scarpe normali, sono scarpe magiche che esaudiscono i desideri e io te le affido però mi devi promettere che non abuserai del loro potere”.
Clara rispose con prontezza:
“Te lo prometto unicorno”
Subito dopo l'unicorno alato diede le scarpette rosse a Clara e volò via. Inizialmente la bambina usava le scarpette solo per procurarsi del cibo ma poi iniziò ad usarle troppo quindi l'unicorno alato tornò e le disse:
“Clara mi hai disubbidito e adesso mi devi ridare le scarpe”
A questo punto Clara, pentita di ciò che aveva fatto ri-diede le scarpette all'unicorno ma di notte mentre dor-miva l'unicorno realizzò il suo desiderio più grande: diede a lei una famiglia.
Gloria Raschi