Buongiorno Prof, dopo la bella recensione (a cura di MardiLibri) che Elbareport ha pubblicato qualche giorno fa, siamo all'intervista con l'autore, un ripiego oggi obbligato rispetto alla presentazione pubblica che avremmo tutti voluto fare: per che fascia di età consiglieresti il tuo primo libro, "2146" appena pubblicato per Einaudi Ragazzi?
2146 esce nella collana Carta Bianca di Edizioni EL Einaudi Ragazzi ed è rivolto ad un pubblico dai dodici anni in su. Questo è il target per il quale è stato edito. In realtà, ho voluto raccontare una storia di mare, d’amore e di avventura che abbracciasse un pubblico largo, in grado di coinvolgere anche gli adulti. Penso ci siano piani di lettura molto diversi e spero possa regalare un racconto avvincente anche per i lettori più esperti.
Un'età che da insegnante conosci bene...che classi segui attualmente e quali hai seguito all'Elba e per quanti anni, prima di trasferirti a Livorno?
Insegno lettere nella scuola secondaria di primo grado, ho lavorato molto con i ragazzi e le ragazze delle terze, ho sempre avuto una buona intesa con gli studenti più grandi. Ho insegnato all’isola d’Elba per undici anni, resto legato a quest’isola in maniera viscerale. In realtà, prima o poi, credo di tornare. Devo molte cose a questo “scoglio”. Ho passato anni intensi e ricordo molto bene le prime esperienze a Rio nell’Elba, i progetti educativi realizzati con i colleghi dell’IC Carducci, Radio Elba Libera, le autobiografie in viaggio, i viaggi di istruzione sulle Alpi Apuane e Sant’Anna di Stazzema. Questo romanzo è ambientato in un luogo ai confini del mondo, ma, per me e per i miei occhi, l’ambientazione è quella di una baia elbana che ho amato tantissimo.
Protagonista del romanzo è il mare, scelta coerente con la tua passione di 'skipper sociale', oltre ad una coppia di giovani che, se non fosse per il titolo del libro, potrebbero essere collocati in un passato assai remoto..Il mare come emblema di una natura di cui siamo da sempre parte e che, in maniera autolesionista, danneggiano ogni giorno?
Il mare come emblema del nostro passato più profondo, di quello che siamo stati prima di trascinarci su una spiaggia, arrampicarci sugli alberi e diventare uomini. L’apnea è una pratica centrale nel libro perché attraverso l’immersione torniamo ad essere i mammiferi del mare che eravamo. Ancora oggi, chiunque di noi immerga il volto nell’acqua si accorgerà che i suoi battiti cardiaci diminuiscono, i pensieri rallentano, il corpo si distende. Si chiama riflesso d’immersione ed è un lascito che ci accomuna ai delfini e alle balene. Alla fine, al mare si torna sempre perché, nonostante l’evoluzione ci abbia trascinato fuori, noi non desideriamo nient’altro che unirci nuovamente all’acqua. “Stiamo uccidendo il mare” cantava Lucio Dalla, il capitalismo, il consumismo sfrenato, l’ossessione della crescita sono incompatibili con quello che c’è dentro ognuno di noi perché negano ciò che siamo, cancellano l’arcaico che ci lega alla natura. Se dimentichiamo di essere, anche noi, degli animali, non potremo mai essere felici perché la felicità sta fuori, sulle montagne o nel mare profondo, poco importa, ma è là e ogni volta che ci nutriamo di erba, neve e vento ci accorgiamo di essere fatti per quello, ritroviamo passioni e paure profonde che, se non danno un senso all’esistenza, ci consentono almeno di essere felici senza l’ansia di cercarlo.
I Personaggi più in età di questa avventura vanno con la memoria ad un cataclisma avvenuto un secolo prima, descrivendo il nuovo paradiso terrestre ricostruito come un baluardo del modo corretto di relazionarsi con la natura...2146 meno 100...abbiamo poco più di vent'anni per invertire quella che sembra, più che la fine del Pianeta Terra, la fine dell'Antropocene?
Sì, 2146 immagina un mondo dispotico nato da una crisi del capitalismo che termina le riserve di combustibili fossili e non riesce a creare un’economia verde alternativa. Spero che la storia seguirà un altro percorso, ma dobbiamo fare presto, siamo già in ritardo. Questo romanzo è idealmente dedicato ai ragazzi e alle ragazze del Friday for future, un movimento internazionalista e ambientalista che ha rotto gli schemi tradizionali della politica del secolo scorso, individuando un
orizzonte che riprende gli slogan antiglobalizzazione, un altro mondo è possibile, per modificarne le regole del gioco in chiave ambientale. Alla fine, è proprio vero, ciò che ci circonda appartiene sempre a chi viene dopo di noi.
Com'è stato l'insegnamento a distanza?
La didattica a distanza è stata l'unica risposta possibile in una fase di emergenza. Ovviamente produce un impatto fortissimo sulla qualità dell'apprendimento, sostituendo ciò che è insostituibile e allontanando dalla scuola gli studenti più deboli, ma, appunto, è l'unica soluzione possibile. Il mondo della scuola ha fatto un salto in avanti impressionante, aggiornando competenze digitali di alunni, famiglie e docenti in pochissimo tempo. Spero si possa tornare in classe il prima possibile, la scuola sembra scomparsa dal dibattito pubblico e dalla vita delle persone ed è urgente che torni centrale.
Altre storie nel cassetto?
Sto lavorando ad una riscrittura di Moby Dick che dovrebbe uscire nella collana “In poche parole” di Einaudi Ragazzi Edizioni EL. E' un lavoro molto interessante, si tratta di rivivere i grandi classici e raccontarli con un nuovo stile e, appunto, in poche parole, un centinaio di pagine al massimo. Una sorta di impresa impossibile che però ha un suo perché, almeno spero che possa averlo. Poi, chi lo sa? Mi piacerebbe scrivere il seguito di 2146, lo avevo immaginato come qualcosa che non fosse destinato a finire, ma che potesse ancora raccontare nuove avventure.
CR