Parlare della confraternita della Misericordia così come quella del Corpus Domini (oggi SS. Sacramento) sorte a Portoferraio nel secolo XVI significa non solo parlare di questa città sin da quando Cosimo I de Medici la volle fondare ma anche delle attività assistenziali svolte da queste confraternite.
Esse sono ancora oggi presenti mentre una terza confraternita, quella del Carmine, sorta nel secolo XVII è scomparsa.
Le confraternite, erano chiamate “pii sodalizi” per le mansioni espletate, mansioni che trovano radici nella religione cristiana: non erano istituzioni religiose essendo formate da laici ma certamente traggono origine dalla pietas cristiana.
Le mansioni, le attività svolte erano quelle di sostenere i più bisognosi con beni di prima necessità, assistere gli infermi,trasportare i defunti alla sepoltura.
A conferma della loro radice cristiana non solo è il titolo col quale sono erette ma anche la sede: entrambe ebbero all’inizio come loro sede la chiesa della Natività (Duomo di Portoferraio) e poi nel corso degli anni ebbero una loro sede autonoma con la creazione di due oratori.
Bisognerà arrivare al secolo XVIII con la nascita a Portoferraio della società operaia di mutuo soccorso che è “pio sodaizio” per le mansioni svolte ma che non ha radici cristiane e pertanto laico nel senso più stretto del termine.
A Portoferraio la confraternita della Misericordia è sorta nel 1566 e quella del Corpus Domini nel 1551: sono perciò istituzioni intrecciate con la storia della città di Cosimo sin dal suo sorgere.
Per capire il perché della loro nascita, il perché ci fu la necessità di erigere due confraternite in una città appena fondata, è necessario sapere come si viveva a Cosmopoli durante gli anni di fondazione immediatamente seguenti al 1548: anno in cui sono gettate le prime fondamenta.
Giorgio Spini (1916-2006), storico, esprime molto bene le difficoltà legate alle condizioni di vita terribili ed orrende che ebbero a patire i fondatori: ”…per costruire Cosmopoli-Portoferraio nel 1548 vengono impiegati soldati delle bande,guastatori e un certo numero di forzati. E il carteggio del commissario alle bande, Girolamo degli Albizi, con Cosimo I documenta le condizioni durissime in cui questi campagnoli sbarcati nell’isola d’Elba costruirono la nuova città: dormivano all’addiaccio, bevevano acqua guasta e quindi si ammalavano a decine al giorno o morivano addirittura. Ancora diversi anni dopo, le malattie continuavano ad imperversare, mentre l’unico speziale che si era fatto venire a Portoferraio, nel 1551, voleva andarsene perché non guadagnava nulla e affermava che i ”comandati” e i muratori “non ànno bisogno di cose spetiali, se bene ci è delli ammalati, si dà loro panboliti e chastrati e non si medichano per non ci essere medichi, mancho s’adopera cera a sotterralli per trovarci senza prete” (“Cosimo I de Medici. Lettere”. G Spini. Vallecchi. 1940)
A tutto questo bisogna aggiungere che “i campagnoli sbarcati nell’isola d’Elba“, fondatori di Cosmopoli, dovendo difendersi dagli attacchi dei musulmani sono pronti in ogni momento a trasformarsi da costruttori in guerrieri.
Poiché la prima e più antica confraternita di Portoferraio, quella del Corpus Domini, non ha lo scòpo di assistere i giustiziandi, Giovanni Battista dei Medici, commissario di Portoferraio, vi provvede istituendo nel 1566 la Confraternita della Misericordia.
La Confraternita della Misericordia si aggiunge così a quella del Corpus Domini, presente già sin dal 1551, nel sostenere i più bisognosi con beni di prima necessità, assistere gli infermi, trasportare i defunti alla sepoltura ma si prefigge anche il còmpito di accompagnare al patibolo i condannati a morte che poi sono sepolti in terra sconsacrata in una collinetta presso S Rocco.
Nella chiesa parrocchiale, la pieve, intitolata alla natività di Maria Vergine, presso l’altare del Crocifisso, ha la sua sede iniziale.
In seguito anche questa confraternita volle un oratorio suo proprio e fu costruito nel 1677 dove ancora oggi si trova, in salita Napoleone in Portoferraio, col titolo di S. Giovanni Battista poi chiesa della Misericordia, più nota ai feraiesi come chiesa di S. Cristino perché ivi sono custodite le reliquie del santo patrono della città di Portoferraio.
Marcello Camici
(Anonimo. Veduta di Portoferraio nel 1705. Particolare. La piazza d’arme con la chiesa parrocchiale intitolata alla Natività di Maria Vergine, dove trovarono sede iniziale entrambe le confraternite, Misericordia e Corpus Domini)