Il Sito archeologico di Giannutri offre un nuovo prezioso gioiello da visitare: il Mosaico del Labirinto. Le sue tessere bianche e nere hanno ritrovato il loro antico splendore dopo un complesso restauro. Ora campeggia al centro del labirinto il mito greco di Teseo che uccide il Minotauro e di lato quello di Arianna che attende il suo eroe impugnando il famoso gomitolo di filo. Un'opera di recupero importante e delicata durata alcune decine di anni.
“Ringrazio la Soprintendenza per questo lavoro incredibile, e tutti coloro che hanno collaborato e contribuito a dare nuova vita a questo gioiello che ho potuto ammirare nel suo splendore - ha detto il Presidente Sammuri- Il Parco è impegnato da tempo alla valorizzazione anche culturale di Giannutri oltre che di quella turistico-naturalistica e questa opera di restauro è un prezioso dono all’isola che incoraggia a fare sempre meglio”.
Il mosaico al momento del ritrovamento si presentava in condizioni di gravissimo degrado e necessitava di un intervento improrogabile di recupero: distaccato per esigenze di tutela nel 1991, finora custodito all'interno del Museo archeologico di Firenze, è ora tornato nella sua isola d’origine.
È stato restaurato in laboratorio, pulito, sanato e integrato delle parti mancanti con tessere ottenute con materiale originale recuperato sull’isola. Per la parte inferiore - perduta completamente - ci si è limitati a suggerire lo schema originale con una semplice incisione su una campitura neutra, si legge in un documento della Funzionaria Archeologa Dr.ssa Rendini (I monumenti antichi dell’isola di Giannutri, a cura di Paola Rendini, Siena, Nuova Immagine Editrice, 2008).
La posizione attuale del prezioso reperto non è quella del primo rinvenimento, e cioè davanti all’ingresso della villa patrizia ma, per opportune ragioni di conservazione, all’interno di un suggestivo ambiente chiuso, anch’esso di origine romana, il cosiddetto ‘criptoportico’, che custodisce la preziosa decorazione preservandola dalle intemperie.
A Giannutri, lo ricordiamo, il famoso sito archeologico comprende un antico complesso residenziale con scalo marittimo, un tempo quartier generale per la sosta dei velieri e per l’otium, costruito nel I secolo d.C. dalla potente famiglia dei Domizi Enobarbi di cui Nerone fu un discendente. Dal 2015 il sito è stato riaperto al pubblico con visite guidate, in virtù di un accordo tra Parco e Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le provincie di Siena, Grosseto e Arezzo, che ha affidato all’Ente Parco la manutenzione del sito, la formazione e la organizzazione del servizio di accompagnamento delle Guide Parco specializzate proprio su questo percorso archeologico oltre che su quello naturalistico.
E’ possibile da ora visitare il Mosaico del Labirinto al costo di 5 €, rivolgendosi alle Guide Parco, presenti sulle imbarcazioni e sull’isola. Informazioni presso Info Park Portoferraio, 0565 908231 e Info Park Giglio, 0564 809400. Il biglietto di ingresso aiuta a finanziarne la manutenzione e la cura dell’area archeologica.
Foto Burlando per il PNAT e dall'articolo della Soprintendenza sul Bollettino dell'archeologia online: