Napoleone Bonaparte nella scalata al potere era sempre alla ricerca di ingenti risorse economiche che dovevano servire a mantenere la struttura dell’esercito di cui era generale. La Francia e la repubblica nata dalla rivoluzione di cui egli divenne primo console,da sola non ce la poteva fare a tirar fuori tutte queste risorse e la strategia era allora quella di sottoporre i territori conquistati a tassazione.L’Elba come tutti sanno ha avuto col Bonaparte un posto nella storia quando l’imperatore vi fu esiliato nel 1814.Ma ancora prima di questo episodio l’Elba ebbe rapporti con Napoleone in veste di primo console della repubblica neonata dalla rivoluzione. Correvano i primi anni dell’ottocento quando accadde che l’isola divenne parte integrante della territorio della repubblica francese e fu sottoposta a tassazione.Ciò comportò anche che talvolta gli abitanti delle terre sottomesse si ribellassero alle gabelle ma ovviamente inutilmente perché la risposta del generale era feroce. Un aspetto poco noto e poco conosciuto quello delle “tasse napoleoniche” che ho voluto approfondire con una ricerca di documenti d’archivio relativa alla tassazione delle merci che entravano in Portoferraio durante il periodo in cui l’isola fece parte integrante della repubblica francese.
A Parigi, Bonaparte,primo console,a nome del popolo francese,proclama legge della Repubblica il senato-consulto con tre articoli che testualmente riporto:
“Art. 1.L’isola dell’Elba è riunita al territorio della Repubblica francese;Art. 2 Ella avrà un deputato al corpo legislativo;ciocchè porterà i membri di questo corpo al numero di 301;Art. 3. Il presente senato-conservatore sarà trasmesso per mezzo di messaggio ai consoli della Repubblica. A Parigi 10 Fruttidoro,anno 10 della Repubblica . Sottoscritto Bonaparte”.(27 agosto 1802)
Era dunque il 27 agosto 1802 che l’Elba divenne parte integrante del territorio francese.
Pochi giorni dopo, ai primi di settembre, Vantini,Barberi e Senno,deputati dell’isola d’Elba giunsero a Parigi e furono presentati al primo console.Vantini prese la parola e rivolgendosi al primo Console tra le altre cose disse “ interprete dei sentimenti degli abitanti dell’isola dell’Elba,noi abbiamo l’onore di presentarvi i loro umili omaggi e di ringraziarvi del singolare benefizio che voi avete reso al loro paese riunendolo al territorio della Francia”.I delegati dell’Elba rivolgendosi al ministro dell’interno chiesero che l’isola restasse libera dal giogo pesante delle dogane dal quale erano gravati i porti francesi.Tale richiesta incontrò le più forti opposizioni a causa di una legge universale che lo imponeva e alla quale non si poteva derogare ,ma l’instacabile attività dei deputati superò ogni ostacolo e le dogane già installate provvisoriamente all’Elba furono abolite e proscritte fermo restando le imposte sui cittadini. Con decreto successivo del 12 gennaio 1803 la Repubblica Francese organizza l’amministrazione all’Elba:
“ E’ stato nominato pell’isola d’Elba e per quelle vicine che ne dipendono cioè Capraia,Pianosa,Palmajola e Montecristo un commissario generale e un consiglio….vi saranno nell’isola dell’Elba ed altre vicine,sette municipalità,cioè a Portoferraio,a Portolongone,a Capraia, a Marciana pel villaggio del medesimo nome della Marina di Marciana e di Poggio,a Campo per la comune di quel nome e cioè di San Pietro e pei villaggi della Marina di Campo e di Sant’Ilario; a Rio per la comune di quel nome e pel villaggio della Marina di Rio,ed a Capoliveri” Nel decreto vengono poi costituiti e fissati quattro giudici di pace,imposte indirette(registro,bollo,ipoteche),imposte indirette,imposte dirette(solo quella sui fondi),i porti (liberi dal diritto di dogana),una scuola primaria in ogni municipalità(il maestro insegnerà lingua francese),una scuola secondaria,una parrocchia per ogni municipalità con un curato(l’isola d’Elba e le altre fanno parte della diocesi di Ajaccio),coscrizione militare marittima,lazzaretto a Portoferraio con una amministrazione di sanità ed altro ancora.La figura amministrativa importante è quella del Commissario Generale che rappresenta il collegamento tra l’amministrazione centrale e quelle periferiche dell’isola.
La ricerca d’archivio che ho eseguito è relativa all’imposta che la repubblica francese esigeva sulle merci che entravano da porta di Mare e di Terra in Portoferraio per l’anno XIII della rivoluzione (1804).Le carte esaminate entrano nel dettaglio delle imposte documentando tipo,quantità e relativo importo richiesto:“Octroi Municipal”, vero e proprio dazio comunale.
Per la Porta di Mare si tratta di registri costituiti da fogli di stato predisposti dalla repubblica francese e racchiusi in due filze,fogli tutti manoscritti con pennino in inchiostro nero in lingua italiana.La stessa cosa è per la Porta di Terra. Le due porte sono il luogo d’ingresso alla città dove si paga il dazio.Si capisce subito che sono fogli forniti dalla repubblica francese su cui poi con matita di lapis il cassiere ricava vere proprie linee che trasformano i fogli di stato in cartelle esattoriali come sotto meglio delineato. In una prima filza ogni foglio porta in alto a sinistra impresso un timbro(inchiostro nero) del valore di 50 centesimi di figura geometrica esagonale con dentro una figura di un uomo a torso nudo seduto con in testa una corona di alloro che tiene nella mano sinistra lo strumento musicale della lira e sulla destra un vaso da raccolta,sullo sfondo la prua di una nave con una vela con sopra scritto 50 centesimi.In una seconda filza i fogli dei registri portano sempre in alto sulla sinistra un altro timbro con gli stessi caratteri del precedente ma da 75 centesimi,di figura geometrica pentagonale raffigurante la dea Minerva con al braccio sinistro serpenti e al braccio destro una torcia di fuoco.Sotto ogni timbro di quelli sopra descritti,in ogni pagina,in entrambe le filze è apposto un altro timbro,di figura geometrica circolare, impresso e incorporato a tutto spessore nella carta del registro che porta la seguente dizione”Adm.Des.Dom.De.Gen.Reg.Et De Timbrerie.Rep.Fr.”
La prima filza della Porta di Mare si apre con questo titolo”Dal dì primo vendemmiatore anno XIII a tutto il 30 nevoso anno XIII”( Dal 22 settembre del 1804 al 19 gennaio).La seconda filza si apre con “Pluvioso Primo anno XIII “(20 gennaio 1804) e termina con 17 Termidoro(17 agosto 1804).La repubblica nata dalla rivoluzione si era dotata di un calendario repubblicano francese avendo rifiutato quello Gregoriano in polemica col cattolicesimo e così anche il computo degli anni iniziava a partire dall’anno primo della rivoluzione(1792).
Le annotazioni sono tutte scritte in questo modo: a sinistra cognome e nome di colui che entra ,tipo di merce e quantità ,sulla destra sono riportati i denari incassati(lire francesi).Ci sono cognomi ancora oggi esistenti.Ci sono molti tipi di merce introdotte: vino,uva,vacche,vitelli,farina,capretti,cuoio,olio,orzo,piselli zucchero,capponi,latte,lenticchie ,buoi.Il vino è di gran lunga la merce più introdotta e misurata in boccali ma è anche quella per la quale si paga meno dazio.
Per ogni merce introdotta veniva annotato sulle righe di lapis che il cassiere aveva predisposte,a destra l’incasso in lire francesi,centesimi compresi:alla fine di ogni pagina veniva fatta la somma che poi era riportata all’inizio della pagina seguente a seguire.
Dopo un certo numero di pagine,sempre differente,veniva eseguita la somma totale incassata con sotto sempre scritto la firma del cassiere “Gio.Franco Pavolini Cassiere”. Immediatamente sotto questa firma è sempre la seguente scritta “Vista ed approvata la suddetta entrata da Noi maire del comune di Portoferraio Cristino Lapi” segue poi la data, scritta sempre dal sindaco, in calendario rivoluzionario francese con un timbro del comune di Portoferraio. Questo timbro ad inchiostro è circolare con impresso”Maire de Porto Ferrajo,Isle d’ Elbe ,Rep.Fran.)
Per avere una idea dell’entità di queste” tasse napoleoniche”ho fatto riferimento all’intervallo di sette giorni.In un periodo così breve di tempo le tasse sono oscillate da un minimo di 525 lire francesi ad un massimo di 966 lire francesi.
Per i documenti relativi al dazio esatto alla Porta di Terra portano questo titolo testualmente ”Dal primo vendemmiatore anno tredici a tutto il 30 nevoso anno 13”.(Dal 22 settembre del 1804 al 19 gennaio ) Niente di diverso da quelle della Porta di Mare:l’unico rilievo importante è che per la porta di Terra la merce introdotta e sottoposta a tassa è solo vino e niente altro.Ne consegue che le tasse pagate qui sono notevolmente inferiori rispetto alla Porta di Mare poiché,come ho detto, le tasse per il vino erano molto più basse. Non viene mai superata la cifra totale di lire 150 con riferimento alla settimana.
Il motivo di questo fatto(solo vino) può essere dovuto che per la Porta di Terra transitavano persone che arrivavano dal contado(contadini,agricoltori) mentre per via mare transitavano persone con provenienza diversa.
Così Portoferraio contribuì con le tasse a sostenere l’ascesa al potere di Bonaparte e anche per questo, per aver fatto parte integrante del territorio della repubblica rivoluzionaria francese,per aver contribuito a pagare tasse a questa repubblica,Portoferraio merita di chiamarsi comune napoleonico.
Marcello Camici