Un po’ per necessità e un po’ per vocazione lavoro la notte, perché quando gli altri cristiani dormono è difficile che ti squilli in cellulare per una chiamata o che il medesimo attrezzo con diverso suono ti avvisi dell’arrivo dell’ennesimo querulo messaggino elettorale, nessun vicino smartella un muro e salvo auto nottambule, galli col fuso orario confuso che cantano alle 3 di notte, episodici “bau” di canidi sparsi, nessuno rompe il silenzio di Val di Denari e con esso le palle.
Va da sé che uno che vegli la notte, pur dormendo poco di natura, è logico riposi o tenti di farlo nelle prime ore del mattino.
Va da sé, dati i presupposti, che essere estratti violentemente dal sonno alle ore 8.10, da un gruppo di vaporini fortemente impegnati nel tentativo di prendere per il culo l’universo mondo con il loro “edicola elbana show” (che consigliamo caldamente di seguire su facebook) uno può viverla come un’azione da compensare con un soggiorno a Porto Azzurro (alto però)
Cercando tuttavia di connettere quella mezza dozzina di neuroni che risultano in funzione abbozzo un conato di risposta alla domanda di Federico Regini sul cosa pensi della campagna elettorale in corso a Portoferraio: “La peggiore – dico - che ho vissuto in questi ultimi 35 anni, per eccessi di protagonismo e povertà di motivazioni ideali”
Finita faticosamente la telefonata quando inizio davvero a svegliarmi mi pento un poco della definizione: ho detto la peggiore, avrei dovuto dire “la più stronza”, quella che mai come prima non vedo l’ora che termini, che ci si possa calare sopra, più che un pietoso velo (che ancora troppo farebbe tralucere), una pietosa lastra di granito.
Già perché quale che sia l’esito della fiera delle vanità, della presunzione, dell’arroganza, della personalistica cattiveria, dell’incoerenza, dell’ignoranza perfino dei “fondamentali” dell’amministrare di molti che si propongono come interpreti dei collettivi bisogni, di una cosa sono graniticamente certo: che questi mesi mi hanno fatto maturare un giudizio della comunità nella quale vivo peggiore di quello che avevo.
Per questo spero che la sbornia passi il prima possibile, e magari si torni presto a parlare di cose serie tra persone serie, molte delle quali – sono convinto – si tengono ai margini, se non altro per buon gusto e senso del pudore, da questo assatanato circo che ragiona troppo spesso per il "contro" e troppo poco per il "per".
Comunque ha ragione Gino, andare a votare si deve, chi è stato convinto per i migliori candidati che ha individuato, chi è ancora scettico per i meno peggio; non andarci è delegare ad altri le scelte, è accettare un destino imposto da altri, è buttare via una parte di un bene che si chiama democrazia, che non è arrivato dal cielo gratis.
E spero che magari mi torni la voglia di scherzare sulla politica con gli amici vaporini dell’edicola, oppure di incazzarmi per e con la poltica, purché sia il frutto concreto di vere tensioni ideali (di sinistra o di destra, che non sono solo parole, ma indicazione di valori diversi, modi di vedere il mondo), e non il ciarpame narcisistico che ci tocca sciropparci in questi giorni.