Molti, e noi fra questi, sono rimasti ammirati e stupiti per la lungimiranza e, possiamo ben dirlo, la freddezza con cui l’assessore findus ha trattato il caso del defunto indigente. Caso nato dalla curiosità quasi invadente di un curato il quale, impensierito dalla prolungata assenza di uno degli ospiti quotidiani alla mensa parrocchiale, anzichè rallegrarsi del risparmio conseguente alla riduzione dei consumi di derrate alimentari e farsi i fatti suoi, come, a lume di naso, avrebbe potuto fare l’oculato amministratore di cui sopra, scopre che il signore in questione era, purtroppo, morto e ne affida la salma alle istituzioni deputate.
Il mese è quello d’agosto e, comprensibilmente, le spoglie del poveretto vengono deposte in in una cella refrigerata dell’obitorio. Si sa che, ahiloro, i poveri non hanno il buon senso di morire abbienti, né tantomeno riescono a programmare la propria dipartita in luoghi per loro natura impervi o inaccessibili, tali da renderne impossibile il ritrovamento. Insomma, espletate le pratiche di rito, la salma dovrebbe essere sepolta ma non si trova chi possa onorare le spese necessarie. E’ immaginabile il dilemma dell’amministratore responsabile. Da un lato il comune dovrebbe procedere autonomamente, riservandosi di rivalersi successivamente sui parenti, se trovati, anche in modo coattivo, dall’altro uno scenario inquietante e angoscioso potrebbe aprirsi per il futuro della città. Il cauto assessore teme di creare un pericoloso precedente. Immagina orde di vecchi squattrinati in marcia verso Portoferraio nella speranza di godere di sontuose cerimonie funebri. Prevede, quell’ardito visionario, anziani moribondi imbarcati a forza in quel di Piombino da tignosi consanguinei con biglietto di sola andata. Calata Italia ridotta a lazzaretto, funestata da lamenti e richieste di bare in rovere nazionale. Lo scenario diventa apocalittico, angosciante, bollente.
E’ noto che per escogitare soluzioni semplici a problemi complessi sono necessarie menti a loro volta più che semplici. Qui si è giocato il colpo da maestro. Come evitare dunque che la situazione diventasse incandescente? Semplice, ha pensato la mente semplice. Conserviamola sottozero.