Definire con le parole la bellezza è da sempre un affare complicato. La connessione etimologica con bene (bellus diminutivo di bonus)* suggerisce l’idea di armonia e ordine, di proporzione equilibrata fra le parti a comporre un tutto che noi sentiamo, percepiamo come bello. Difficile appunto, le parole non bastano. E allora andiamo, prendiamo la strada che porta a Marciana Marina e fermiamoci alla punta della Crocetta. Diamo una lenta occhiata dall’alto poi scendiamo fino al paese, entriamo da Viale Margherita e percorriamo il lungomare fino al Cotone.
Sono certo che molti di noi sentiranno che la bellezza, l’armonia, la proporzione equilibrata fra le parti che compongono il tutto esistono davvero e ne godranno. Molti, moltissimi, quasi tutti. Dico quasi perché sicuramente alcune sfortunate persone, fra le molte che godono, non sono toccate da questa buona sorte. Si tratta di una grave privazione, non del corpo ma della mente, forse una connessione neuronale mancante che impedisce loro il godimento procurato ai più dalla percezione della bellezza, una forma di impotenza incurabile e drammatica per chi ne è, ahilui, colpito.
La frustrazione che ne deriva, angosciante, può, in casi di particolare gravità, dare luogo a reazioni scomposte e deliranti di vero e proprio odio verso i fortunati e causare la pianificazione di vendette a breve, medio oppure lungo, lunghissimo termine. Impedire il godimento altrui rischia, in un animo così turbato, di diventare l’unico risarcimento accettabile. Il ben noto e avvilente mal comune mezzo gaudio. E per carpire quel miserabile mezzo gaudio arrivare all’estrema abiezione: rompere l’armonia e la proporzione fra le parti con un elemento estraneo e fuori scala vissuto non come un atto di malvagità suprema, quale è, ma come una forma di sconcio autoindennizzo.
Probabilmente è questa la ragione principale, al di là delle fumose e improbabili argomentazioni economiche, che ha indotto alcuni malriusciti marinesi a far progettare e tentare con tutti i mezzi, contro ogni buonsenso, di mettere in opera il muro destinato a scassare il lungomare della Marina facendone una banale, confondibile con mille altre, banchina di porto turistico.
*vocabolario Treccani on line