Alfredo: O Gino, hai sentito cosa ha detto D’Alema, quello che una vorta era del PC e ora ‘un si sa che pescio sia? Che noi anziani semo un po’ rincoglioniti.
Gino: Ma forse avrà pensato a te, che un po’ rincoglionito … diciamocelo…
Alfredo: Tonto… ora dico… e lui pensa sempre d’esse cor cervello apposto?
Gino: Chi?
Alfredo: D’Alema!!! … che anche quand’era giovane, di casini n’ha combinati tanti. Voleva fa’ le riforme; si confuse col Berlusconi pensando d’ esse’ più furbo di lui e poi ‘un combino’ nulla.Il cavaliere glielo mise ner di dietro.
Gino: Il Cavaliere l’ha messo bene bene a tutti… tutto quello che voleva fa' lui, lo fa fa' a questo manfano che c’è ora, che dice che è di sinistra, sinistra una sega… bel mi’ Berlinguer!
Alfredo: Siee e intanto - il manfano - come dici te - le riforme l’ha fatte in tre balletti e quell’altri in tant’anni so stati boni altro che a fa chiacchiere e ora raccontano altro che bugie…
Gino: Dé se parlamo di bugie Renzi è peggio der Cavaliere, basti di’ che al su’ paese già da bimbo lo chiamavano “il Bomba”, che sarebbe per noi come di’ il Mortula!
Alfredo: Un c’è versi io e te se si parla di politica alta si letica … basta cambiamo discorso, tornamo a le cose ferajesi
Gino: Giusto … a proposito, ma l’hai sentito che sembra vogliano rifà i giardinetti in piazza della Repubblica?
Alfredo: Sì so’ tutto anche perché, co’ l’aiuto der mi’ figliolo, ho votato a favore sur giornale del Chillè che ha fatto un sondaggio pe’ sentì cosa ne pensano i cittadini.
Gino: Deh, m’hanno detto che un sacco di gente, come te, è favorevole. E ir Sindaco Ferari s’è impegnato a fa’ un progetto. Insomma sembra che questo Sindaco, che è anco architetto e ci tiene alle belle cose, voglia fa’ sur serio.
Alfredo: Belle cose? Intanto rifaccia la facciata der Comune. Ma poi te ci credi? Io ‘un so’ tanto sicuro. E sai perché? Il Marini ‘un s’è sbilanciato. Alle prossime elezioni si vorrà ripresentà come Sindaco e ha paura di perde i voti di quelli che so’ contrari. Anco il Bertucci, assessore ar traffico, ‘un ha detto parola. Se poi, come fa sempre, prima di levà il parcheggio va’ a sentì i commercianti der centro storico, che l’ha sentiti anco pe’ mette i posti blu a pagamento, cor cavolo che al Ferari gli fa fa’ il progetto!
Gino: insomma secondo te ‘un succederà nulla?
Alfredo: Proprio così. Senti ‘un po’, o la storia di Onorato che ha voluto cambià il nome all’etalia con quello di uno di Piombino, l ‘hai saputa?
Gino: Deh l’ho saputa sì. Ho firmato anco l’appello! Quello di Piombino, come dici te, si chiama Stelio Montomoli, da poco tempo è passato a miglior vita. Poveraccio, m’è dispiaciuto. Lo conoscevo da quando era sindacalista della ciggielle. Era una brava persona.
Alfredo: Va be’, sarà stato anco una brava persona, ma basta esse’ brave persone pe’ merità il nome d’un traghetto che pe’ noi erbani ricorda tante cose. Quello che attraccò per la prima vorta proprio qui ar molo Massimo, alla fine degli anni ’50, mi sembra nel ’57, aveva lo stesso nome. A confronto colle corvette o cor Pola ci sembrava un transatlantico. E poi siccome imbarcava un bel po’ di macchine servì tanto pe’ sviluppà il turismo. C’era ancora tanta miseria a Portoferaio e nel resto dell’isola. Insomma pe’ gli erbani l’etalia fu una gran bella cosa.
Gino: Ma ‘un potevano cambià ir nome a quel traghetto che si chiama Vincenzo Bellini che, se ‘un mi sbaglio, era un musicista siciliano. Che c’entra con l’Erba? Il Montomoli, oltre a esse’ stato sindacalista e nell’urtimi anni anco presidente della Toremar, era stato segretario dell’Autorità portuale. E bisogna riconosce che s’è dato tanto da fa’ pe’ sistemà il porto di Piombino e il nostro. O ‘un potevano, pe’ ricordallo, dedicagli una banchina o un molo. ‘Un so’, da noi la banchina dell’arto fondale ? O a Piombino il molo più vecchio che porta il nome della nostra isola? ‘Un ce ne saremmo mica avuti a male! Ma il nome all’etalia ‘un doveva esse’ toccato.
Alfredo: che poi, m’hanno detto, è il vecchio nome dell’Erba quando gli etruschi cavavano il fero nel riese e, budello infame, ci faceveno lavorà, ci sfruttaveno e il fero se lo portavano tutto via, mica ce ne lasciaveno un po’ anco a noi!
Gino: O cosa voi, quanta gente di fori è venuta all’Erba solo pe’ fa’ quadrini! Finimola qui, che devo tornà a casa. Comunque ti voglio dì du’ cose. La prima è che quarcuno dovrebbe suggerì a Onorato di cambià il nome al Vincenzo Bellini con quello di Giuseppe Pietri, erbano docche.
Alfredo: Bravo, so’ proprio d’accordo. Che dici ? Quel quarcuno ‘un potrebbe esse’ il Bicecci?
Gino: O lascia perde il Bicecci, chi è, è. La seconda che ti devo dì è che io quel traghetto continuerò a chiamallo etalia.
Alfredo: e fai bene! Anch’io farò così. E poi, te lo immagini? Se sei sur porto e ti devi imbarcà e uno ti chiede che nave pigli, finché c’era l’etalia facevi presto a risponde: e-ta-lia. In tre sole battute. D’ora in poi se t’azzarderai a dì Ste-lio-mon-to-mo-li rischi di perdela. Te lo ricordi quel simpatico attore napoletano, Troisi, che al figliolo che gli doveva nasce decise di dagli il nome di Ugo e non Massimiliano, pe’ fa prima a chiamallo? Ecco, noi bisognerà chiamà quel traghetto etalia perché ci s’era affezionati e pe’ ‘un rischià di rimané a tera.
Gino: sei forte Alfredo. Credo che anco ir Montomoli, che come t’ho già detto l’ho conosciuto bene, era una persona sensibile e intelligente, ci avrebbe capito e, per quello che ha fatto come segretario dell’Autorità portuale, gli sarebbe bastato esse’ ricordato sur porto di Piombino o anche sur nostro.
Wack (Gabbiano referendario, giardiniere, e navale)