Diversamente da Ischia, isola sorella per intensità del verde e alla quale mai come ora gli elbani sono vicini, l'Elba corre rischio sismico quasi zero. È collocata nella fascia di pericolo più bassa, la zona 4 dove i terremoti sono rari o inesistenti. Comunque, a memoria d'uomo, non si ricordano da queste parti eventi geologici catastrofici, ne' vere e proprie scosse.
Tremori, tremolii e vibrazioni sono stati avvertiti specie in casa e in particolare lungo la costa occidentale, in occasione di violenti e drammatici terremoti nell'Italia centro settentrionale come nel gennaio 2012 in Emilia e in tempi più lontani quello del 1976 in Friuli. Allora mi ballò per alcuni secondi la porta di casa a Poggio.
Le isole minori sono realtà dal grande valore ambientale e culturale e vanno salvaguardate innanzitutto conducendo battaglie comuni nel segno della solidarietà per le ore più difficili.
Romano Bartoloni
Caro Romano
Quello che hai osservato circa le diversità geomorfologiche e sismologiche delle due isole è giusto e risaputo (ripeterlo non fa male, ma si sapeva).
Condivisibile che nell'emergenza, di fronte ad una catastrofe ciascun italiano (isolano o meno) debba esercitare la propria solidarietà nei confronti di chi ne è stato toccato. Primo occorre salvare le vite e contenere i drammatici disagi, poi si ragiona. Ma ragionare è d'obbligo.
Sulle battaglie comuni avrei qualche distinguo, non sono stato solidale e non lo sarò mai con l'epica rivolta dei 7000 ischitani che scesero in piazza contro l'abbattimento delle case abusive (600 mica tre casupole) decretato dalla Repubblica Italiana attraverso i suoi tribunali, 600 reati gravi ancora impuniti, perché quelle case e villette - non si venga fuori coi lumini da notte del fantomatico "abuso di necessità" - sane o lesionate restano là.
Parallelamente, e direi in sintonia, non mi feci impressionare dai grandi numeri quando 5.000 elbani scesero in piazza contro l'istituzione del Parco decretato dalla Repubblica Italiana attraverso il suo Parlamento.
Molto del patrimonio abitativo di Ischia (al netto delle 600 unità da abbattere perché lo dice la legge e se la legge non si applica non siamo in uno stato di diritto) ha subito dei danni gravi da un modesto sisma, dimostrando di essere stato realizzato inadeguatamente (è un fatto, non ci piove), ben 27.000 (un numero abnorme) sono state le richieste di condono delle difformità edilizie presentate in quell'isola (e anche qui non ci piove), la casa con i tre bambini salvati che ha tenuto svegli molti di noi, non si poteva dire abusiva (come diceva furbescamente il Sindaco) sì, ma - a sentire quanto affermano gli ambientalisti - perché "legalizzata" da tre diversi condoni, due dei quali relativi ad una sopraelevazione che lo stesso proprietario dello stabile ha ammesso di aver presentato.
Mi dicono che non solo non esiste in alcun ordinamento legislativo europeo qualcosa simile al "condono edilizio", ma pure che è problematico tradurre in un'altra lingua europea, se non con una complessa perifrasi, la stessa allocuzione "condono edilizio"; ci sarà forse qualcosa del genere in Bangla Desh o in Cecenia ... chissà.
Sì, sono solidale con Ischia nel suo dolore, ma non coi pessimi amministratori (di ogni colore) che si è ritrovata, giungendo a farci rivalutare perfino i nostri otto capi-pollaio.
E taccio dei deliri del presidente della Regione Campana, che ha scaricato le colpe delle inadempienza amministrative sugli ambientalisti, che da anni, rischiando anche personalmente non poco, denunciano l'assenza di legalità in quell'Isola e nell'intera Campania. Come se a fronte di un conclamato furto, se ne dichiarasse responsabile non il ladro ma chi lo denuncia.
No, per fortuna - ripeto quel che ho già scritto - l'Elba non è (ancora) Ischia, sisma o non sisma.
Sergio Rossi
PS
Caro Romano, alleggo qui di seguito l'immagine - per me raccapricciante - di Ischia vista dal satellite - converrai di esserti sbilanciato un po' troppo a definirla "isola sorella per l'intensità del verde" quando di verde residuo mi pare ce ne sia rimasta una quota irrisoria, un'Elba assimilabile, impestata di cemento, spero di non vederla mai io, e soprattutto spero che non siano costretti a viverci i miei nipoti, con gli altri elbani e loro ospiti che verranno: