Guardando questa foto del 2015, e soprattutto la luce, l'entusiasmo, la gioia nei nostri sguardi, si percepisce la enorme aspettativa di proporre e vedere un giorno realizzato un sogno. Non astratto e infondato, ma una realtà amata e condivisa da una moltitudine stupefacente di persone, residenti e visitatori. Un progetto molto concreto, condiviso da idealisti, se vogliamo, da visionari, lo concediamo, ma anche e soprattutto da categorie professionali, mondo imprenditoriale trainante (centri sportivi e di atletica, alberghi e ristoratori, terme, vivai, cantieri nautici, diportistica minore, un parco archeologico). Un progetto che aveva unito saldamente in una comunione di obiettivi enti diversissimi: tre amministrazioni comunali, il Parco, il Parco minerario di Rio. La Regione. Il Forum internazionale dei Cammini europei. La Federazione Europea degli Itinerari Storici Culturali e Turistici.
A volte le associazioni culturali e ambientaliste sono il nostro grillo parlante, sono il termometro di quello che la gente comune, le persone di tutti i giorni, sono portate ad amare e preferire, se prese separatamente da pensieri e preoccupazioni di categoria, rappresentanza delle linee di partito, di convenienza elettorale, di impegno con un presunto e mal interpretato "progresso". Chi si sognerebbe mai, in serenità, di dover sempre subire supinamente le decisioni dell'Autorità Portuale che si arroga l'uso di una fascia in espansione del nostro lungomare, mangiando la città, allargandola sul mare, trasformandoci, insieme alla "P" di Progresso, in "waterfront"?
Il dialogo delle istituzioni con le associazioni non portatrici di interessi di categoria è debolissimo. Andrebbe invece rafforzato, come si rafforzano le proprie radici, come ci si addormenta senza sogni agitati la notte, come non ci si accontenta, come si riuscirebbe ad alzare la testa e finalmente iniziare una programmazione sincera per il nostro futuro, quello vero, non quello delle cartoline o delle pubblicità ingannatrici sui giornali a cui la GAT preferisce dedicarsi. Noi, dovremmo, noi elbani, gridarlo: non siamo i "Caraibi", ma nemmeno "Milano" o "Piombino". Tantomeno una periferia suburbana triste e industriale di qualsiasi parte d'Italia. A cominciare dalla nostra Rada, la più famosa del Mediterraneo antico e tra le più ammirate del Mediterraneo moderno.
Cecilia Pacini
( nella foto: Cecilia GuidaPresidente di Italia Nostra Arcipelago Toscano, Maria Frangioni Presidente di Legambiente Arcipelago Toscano, Paolo Gasparri, Presidente di Elba 2020 Team)