C’è un pensatore che citiamo frequentemente: Eugenio Finardi, che ci ha regalato spesso delle perle di sintetica saggezza; una è: “L’avere ragione non è un dogma statico né una religione” che consideriamo un capolavoro, benché estrapolata da un contesto canzonettaro.
Orbene, noi non pensiamo affatto, parlando di urbanistica di uso (e di abuso) del territorio, di essere i depositari del “verbo”, ma il sentirci dare ragione, dopo aver predicato al vento da una ventina di anni abbondanti, che all’Elba si era costruito già troppo e male, dalla più alta autorità urbanistica toscana, un poco di conforto ce lo dà, con la convinzione di avercela avuta, anche in passato, un po' di ragione.
Più di una volta in questi giorni, scrivendo delle cronache di un massacro territoriale, ci è tornato in mente (con una punta di divertimento ed una di malinconia) il ripetuto freudiano “lapsus digiti” di Luana, che alla tastiera andava velocissima, di norma senza sbagliare, ma che quando doveva scrivere “urbanistica” spessissimo gli usciva sullo schermo del PC un comico “RUBANISTICA”
E, a catena, di un altro episodio ci siamo ricordati, di fronte alle scandalizzate reazioni di molte “vergini dai candidi manti” ostentanti il loro dicente corretto agire,: quello del tizio accusato di avidità e disonestà, in una transazione commerciale, che contestò offeso ad un antico elbano “Quindi lei insinua che noi ruberemmo?” ma che si sentì rispondere “Io non ho miga detto che voi rubbereste .. ho detto che voi rubbate!”.
E in effetti qualcosa “rubbano” costoro che continuano a spargere eccessivo, inutile, improprio, deturpante cemento, anche “con tutti i permessi in regola” e magari pure con la benedizione di qualche eletto da un improvvido popolo, “rubbano” natura, “rubbano” futuro, “rubbano” alle prossime generazioni un’Isola che non vedranno.
Poi ci sono le miserie umane di quelli che siccome “tengono famiglia”, non trovano disdicevole fare due o più parti in commedia, agendo ora da governatori dei processi “rubanistici” ora da professionisti le cui personali fortune sono influenzate dagli stessi processi, e c’è la miseria etica delle amministrazioni e delle forze politiche a cui lo status quo, non disturba affatto, anzi, e non si pongono un problema.
Infine c’è la quasi passiva sopportazione di una popolazione che magari, davanti alle più macroscopiche cacate di cemento, per dirla con Bob, pensa: “Sotto-sotto c’è un trallallazzo”, ma poi alza le spalle.
Complimenti ed auguri, di cuore all'Assessore Anna Marson, ed a tutte le donne e gli uomini di urbanistica buona volontà, anche se per fare presto è tardi.