Dopo l’ennesima segnalazione di Legambiente del 21 marzo 2013 http://www.elbareport.it/scienza-ambiente/item/2753-lo-strano-%E2%80%9Campliamento%E2%80%9D-di-galenzana-legambiente-chiede-spiegazioni-a-segnini il Comune di Campo nell’Elba a maggio ammise che erano state registrate delle irregolarità che riguardavano soprattutto la realizzazione nella macchia mediterranea di una strada in forte pendenza per raggiungere il cantiere. Il tutto in un’area costiera in chiaro dissesto idrogeologico, a vincolo paesaggistico e a forte valenza paesaggistica ed ambientale, a poche decine di metri in linea d’aria dai confini del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano ed in un’area contigua al Sic/Zps/Zsc IT5160012 ed al Sir 58 Monte Capanne e Promontorio dell’Enfola,
Legambiente aveva già chiesto chiarimenti al Comune di Campo nell’Elba il 12 dicembre 2012, ma la risposta è stata tardiva ed i lavori sono andati avanti per mesi. Il sequestro eseguito dalla Forestale mette in luce non solo che l’”ampliamento” è molto più grande del piccolo rudere originario, ma anche altri lavori di spostamenti di roccia e terreno e la realizzazione di una grossa platea di cemento praticamente a picco sulla costa.
Il Comune di Campo nell’Elba rispondendo alle nostre segnalazioni scrive che quei lavori di ampliamento, sospesi dal Comune per verifiche, pur avendo il parere favorevole della Commissione Paesaggio, il nulla osta della Soprintendenza , l’autorizzazione paesaggistica e quella ai fini del vincolo idrogeologico, sono iniziati senza la necessaria autorizzazione ai fini demaniali marittimi che è arrivata solo il 28 gennaio 2013, cioè quasi due mesi dopo la nostra prima segnalazione ed a lavori già abbondantemente avanzati. Solo allora il progetto ha avuto tutte le autorizzazioni necessarie. Quindi il Comune il 30 marzo 2013 aveva revocato la sospensione dei lavori che vedono come progettista l’Architetto Federico Mazzei.
Poi sono arrivati i nastri del Corpo forestale dello Stato che aveva già avviato controlli per quanto riguarda la “realizzazione di una viabilità non autorizzata” di accesso alla nuova casa (che nonostante quel che scrive il Comune sembra avere in corso un “ampliamento” che – anche allo “spiccato di fondazione” sembrerebbe abnorme rispetto alla costruzione originale). Anche qui il Comune diceva che il 30 gennaio 2013 è arrivato il rapporto informativo sull’indagine svolta dal Cfs di Marciana Marina, “dove si evidenzia la carenza di autorizzazione ex art. 55 del Codice della Navigazione e la realizzazione di una viabilità di cantiere”.
La strada di accesso, è quindi risultata abusiva, tanto che il Comune scriveva che il 28 febbraio 2013 “è stata acclarata al protocollo un’istanza di sanatoria per la realizzazione di strada di cantiere per l’accesso alla proprietà”, peccato che quella strada di cantiere abusiva sia stata utilizzata per svolgere dei lavori che non avevano ancora tutte necessarie autorizzazioni… Una situazione assurda se non fossimo all’Elba e in Italia.
«Ora, mentre i nastri della Forestale circondano questa sconcertante operazione edilizia, si parla già di sanatoria - – dicono gli attivisti di Legambiente – E’ la solita storia: noi segnaliamo possibili irregolarità, passano mesi prima di accertarle, i lavori intanto proseguono celermente, poi, a cose ormai praticamente fatte, l’unica soluzione sembra quella di sanare gli abusi. Ci chiediamo come la Soprintendenza, che vieta di mettere un pannello solare su un tetto, possa dare il nulla-osta per realizzare interventi come questi e ci chiediamo soprattutto come le istituzioni interessate intendano mettere fine a questa pratica delle “sanatorie” che diventano condoni di fatto in aree di enorme valore ambientale e paesaggistico e con precisi vincoli».
Intanto, nella stessa area, gli ambientalisti continuano a chiedere da anni che vengano riaperti sentieri originali che portano alle spiagge dei Salandri ed a Galenzana che vengono continuamente vandalizzati ed ostruiti con fascine di ginestra spinosa, massi, e cartelli di divieto e modifica e cancellazione della segnaletica.
Ma anche qui Vigili urbani e Comune sembrano in qualche modo giustificare queste vere e proprie prepotenze con presunti diritti privati, scordandosi che secondo una sentenza della Corte di Cassazione del 2001, se esiste un’unica strada, privatizzata o no, che porta ad una spiaggia (come nel caso dei Salandri), non si può chiuderla per impedire l’accesso alla costa. «Mentre si chiudono i sentieri pedonali costieri – dicono a Legambiente – altri vengo ampliati più a monte, con l’abbattimento di vegetazione e muri a secco, per consentire il transito di mezzi motorizzati anche i zona B di riserva generale orientata del Parco Nazionale. Speriamo che i sigilli messi dalla Forestale siano l’inizio di una più vasta operazione congiunta per impedire altre prepotenze a Galenzana».
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