Martedì notte è stato compiuto un furto che è un vero e proprio delitto alla comunità, in quanto è stato asportato dalla sua teca il defibrillatore dell'Associazione Amici del Forno, collocato all'inizio del sentiero che conduce all'ominima spiaggia nel comune di Portoferraio.
Ad accorgersi dell'ignobile gesto, sono stati gli stessi residenti della piccola località, ai quali, dopo una veloce verifica fatta attraverso il 118, per sapere se qualcuno l'avesse prelevato per un'emergenza, non è restato da fare altro che sporgere denuncia ai Carabinieri.
Il defibrillatore era stato acquistato appena un anno fa, grazie alla raccolta fondi in memoria dell'amico Jimmy, deceduto a causa di un arresto cardiaco improvviso.
Aderendo al progetto PAD "Salvacuore" (Public Access Defibrillation) della Salvamento Isola d'Elba, il prezioso apparecchio salvavita, era stato posizionato in un luogo pubblico accessibile a tutti, per essere prontamente utilizzato in caso ce ne fosse stata la necessità.
Contemporaneamente gli Amici del Forno si erano addestrati alle manovre rianimatorie con gli Istruttori della Salvamento, per essere in grado di soccorrere una persona in arresto respiratorio o cardiaco.
"Tutto questo impegno è stato purtroppo reso vano," commenta amareggiato Stefano Mazzei, promotore del Progetto Salvacuore, che da poco ha persino varcato i confini elbani e ha spinto la Port Autority a installare ben 10 defibrillatori sul porto di Piombino.
"Un gesto inqualificabile e assolutamente ignobile" continua Mazzei "rubare un defibrillatore equivale a condannare una persona. Se capitasse un'emergenza sanitaria di tipo cardiaco, la presenza di un soccorritore e un defibrillatore, la percentuale di sopravvivenza del paziente arriva fino al 75%. In caso contrario le percentuali non superano il 5%. Oltremodo tali apparecchi hanno un numero di serie e richiedono periodici aggiornamenti del software, oltre che, di manutenzione per il cambio degli elettrodi e della batteria, e solo chi è stato registrato dalla ditta produttrice, quindi l'acquirente, può ricevere l'assistenza per mantenere efficiente l'apparecchio. Quindi non è rivendibile come una semplice autoradio o un cellulare. Lancio quindi un appello a chi si è impossessato del defibrillatore di ritornare sui propri passi e ricollocarlo nella sua teca, perchè per un ricettatore vale poco, ma se lasciato al suo posto può valere una vita."
Salvamento Isola d'Elba ONLUS
nella foto di repertorio l'Ass. Amici del Forno il giorno della consegna del defibrillatore