Come altre, e forse più di altre, la vicenda del canile testimonia l'inadeguatezza dei comuni elbani a farsi carico di una visione unitaria dei problemi comprensoriali.
Basta leggere le ultime dichiarazioni di Barbetti e scorrere per un momento la cronaca degli avvenimenti degli ultimi anni, per rendersene conto e trarne amare considerazioni.La gestione associata per il canile fu approvata dalla Comunità Montana il 27 ottobre del 2004, appena venti giorni dopo l'insediamento della nuova giunta di centrosinistra e con il mandato di tutti i Consigli Comunali elbani.
In poco meno di un anno fu identificata l'area di Colle Reciso e concordata la disponibilità della proprietà, la Società Agricola Beta, alla cessione del terreno, avviate le procedure per l'acquisizione del mutuo necessario al finanziamento dell'opera, affidato l'incarico per il progetto, assunta dalla Regione e dal Ministero della Salute la partecipazione con un contributo a sconto interessi di 135 mila euro la prima e con una somma di 100 mila euro a fondo perduto il secondo, ancora disponibili ma a rischio cancellazione se dovessero determinarsi ulteriori ritardi.
Tutto ciò fu portato avanti in pieno accordo e con la proficua collaborazione delle associazioni animaliste locali e anche nazionali, come è nel caso dell'Enpa, che a suo tempo, tramite il suo Vice Presidente, ebbe ad esprimere parole di apprezzamento per il progetto elbano.
Restava solo da definire ed approvare gli atti d'ordine urbanistico-amministrativo che per competenza territoriale spettavano al Comune di Capoliveri e che il Comune, sia pure in tempi biblici e con incomprensibili rinvii e lungaggini, ha infine assolto ed attuato, così come si evince dalle stesse dichiarazioni di Barbetti.
Allora, dove sta il problema? Perché non ci si mette intorno ad un tavolo e si passa alla fase operativa attuando, finalmente, quello che da anni si proclama di voler tutti realizzare?
A queste domande, purtroppo, una risposta c'è già, ed è quella del Sindaco di Capoliveri, il Sindaco del Comune che dopo lo scioglimento della Comunità Montana e poi dell'Unione non può che essere il Comune capofila, come per altre ragioni ma forse con meno competenza, lo è diventato per le problematiche turistiche su indicazione unitaria degli altri comuni.
Può darsi che le mie precedenti dichiarazioni siano apparse “improprie” e “scorrette”, ma a questo punto mi è difficile capire e giustificare il comportamento del Sindaco di Capoliveri che rifiuta a priori di discutere sulle modalità di stipulazione del mutuo e che cerca di scaricare sul Comune di Portoferraio compiti che, fino ad oggi, per sua stessa ammissione, ha lui stesso svolto.
Ed è difficile accettare una posizione di disimpegno, tra l'altro formalizzata con un atto unilaterale, a farsi carico della quota-parte del mutuo e dei futuri costi di gestione giustificandola con il fatto che il canile dovrà sorgere, testuali parole, “nella vallata che sovrasta Lacona”, come a dire che la localizzazione del progetto diventa di per sé motivo di esenzione. Un'assurdità inconcepibile che di fatto nasconde la volontà di porre ulteriori ostacoli alla realizzazione dell'opera.
Io credo invece che il canile deve essere fatto, in quanto atto dovuto per legge al fine di far fronte ai pericoli del randagismo con le conseguenti situazioni igenico-sanitarie e di sicurezza, oltre che per un impegno morale nei confronti di una specie animale amica dell'uomo e cara a tante persone, tant'è che recentemente una istanza al Prefetto ha raccolto all'Elba ben 1.500 firme.
Perdere, inoltre, i finanziamenti della Regione e del Ministero, noi che ci battiamo sempre per rivendicare attenzione e interventi concreti a favore delle nostre esigenze e per i nostri diritti, sarebbe un delitto imperdonabile ed un'altra macchia sulla incapacità dei comuni elbani a dare risposte ai problemi della gente.
Io non ci sto ed è per questo che chiedo al Presidente Segnini di convocare quanto prima la Conferenza dei Sindaci per fare il punto della situazione ed assumere tutte le iniziative necessarie affinché le istituzioni elbane, nessuna esclusa, facciano il loro dovere.