Il reparto di Oncologia presso il nostro Ospedale e stato ed è un riferimento importante per tutti i cittadini elbani, per chi purtroppo in un momento particolarmente difficile della propria vita e di quella dei suoi familiari deve trovare un supporto medico e professionale di eccellenza nonché un rapporto umano così gratificante da riuscire a sopportare con sufficiente tranquillità terapie solitamente devastanti.
Con il trasferimento del Dott. Coltelli, sia pure volontario, l’Elba rischia di perdere un altro professionista che ci ha dato molto. Tale trasferimento è stato dettato oltre che dal possibile condizionamento di una nuova organizzazione del lavoro imposta dalla Azienda, dalla necessità personale e professionale di voler operare in una struttura direttamente operativa. Non rimproveriamo certo tale scelta al Dott. Coltelli. Non ne è tollerabile di certo l’eventuale esito, giustificabile solo se assunto come provvedimento a carattere del tutto temporaneo.
Dobbiamo dire che le dichiarazioni dell’Assessore regionale Scaramuccia ci hanno rassicurato, ma solo in parte. Garantire eventualmente come soluzione definitiva la presenza di un oncologo per di più a rotazione solo per tre volte alla settimana, ci priva di un servizio sanitario che per la sua estrema delicatezza deve avere almeno due caratteristiche: la continuità nel rapporto fra paziente e specialista, la carica umana che tale rapporto presuppone. Anche se la seconda caratteristica non sempre può essere garantita in assoluto, ma solitamente chi opera come oncologo di per sé la possiede, la prima deve essere assolutamente assicurata sia pure anche attraverso un intervento periodico, ma costante da parte dello stesso specialista che ha curato fin dall’inizio il malato oncologico in un presidio ospedaliero diverso dal nostro, proprio per fornire alla persona tutta l’assistenza psicologica e terapeutica che necessita.
Il problema si pone in particolare in tutti quei casi in cui siamo stati curati in una struttura esterna alla Azienda Usl6. La migliore soluzione sarebbe allora senza dubbio la presenza stabile di un medico oncologo con altrettanta caratura professionale e umana di chi lo ha preceduto; questo ci aspettiamo e ci meritiamo sia pure dopo un breve periodo di transizione. Per queste ragioni il Partito Democratico appoggia il Sit.in del Comitato per la Sanità del 7 aprile ponendo tutti i suoi dubbi sul luogo del raduno, infatti il Comune di Portoferraio non ha certo responsabilità per le scelte aziendali, né è soggetto direttamente in grado di fornire soluzioni.