Un mesetto fa, a Torrita di Siena, si è svolta la manifestazione nazionale tesa a mettere al centro il valore dei piccoli comuni. E' la seconda volta nel giro di un anno e mezzo (la prima a Volterra), che la stragrande maggioranza dei sindaci in Italia sceglie di difendere i propri piccoli comuni.
Sempre nella provincia di Siena, lo scorso anno, tredici sindaci, di cui dieci PD, firmarono un manifesto dal titolo: “Aiuta i piccoli comuni a vivere, non a morire”.
Mi sento in buona e numerosa compagnia sul tema della valorizzazione dei piccoli comuni e delle non fusioni tra essi.
Certo, non tutti i pensieri, per quanto riguarda le fusioni tra comuni, e non tutte le supposizioni, sono uguali. Ci sono pensieri e supposizioni più fondate e quelle infondate.
Se a suo tempo si voleva essere più convincenti in merito alla fusione tra Rio nell'Elba e Rio Marina, lanciando lo slogan: “la fusione è un'opportunità”, perché non si è fatto uno studio di fattibilità, che altre realtà hanno utilizzato, per dare ai cittadini di quei due comuni un quadro, il più completo possibile, che ne evidenziasse almeno gli aspetti più significativi. Benefici attesi dal punto di vista del mantenimento e del miglioramento dei servizi, dello sviluppo di quelle aree, della riorganizzazione del personale...
Vale a dire: mettere un po' di nero su bianco il futuro del nuovo comune. Non sarebbe stato più utile e corretto?
La fusione tra i due comuni è, per i cittadini di Rio Marina e di Rio nell'Elba, qualcosa che li fa interrogare profondamente. Il preliminare studio non avrebbe certo azzerato le differenze, ma avrebbe offerto un doveroso contributo alla conoscenza.
Anche per il metodo si dovrebbe votare “NO”.
Era consentito, altresì, di portare preventivamente nei due consigli comunali, cioè prima dell'effettuazione del referendum, una proposta del nuovo statuto che sarebbe andato in vigore con il nuovo comune.
In quello strumento già si sarebbero dovute individuare le nuove forme di partecipazione dei cittadini alla vita del nuovo comune, di decentramento dei servizi, di particolari forme di rapporto e di collegamento tra il nuovo comune e le aree
confinanti, oltre i già citatissimi municipi. Sarebbe stato un importante e utile orientamento per la nuova amministrazione. Niente di tutto ciò! Perché?
Penso che le amministrazioni precedenti avrebbero sul piano del metodo agito diversamente.
Ma tutti quei soggetti favorevoli ed organizzati convinti della bontà della fusione tra le due Rio, associazioni economiche, organizzazioni sindacali, perché non hanno incontrato i commercianti, gli artigiani i lavoratori dipendenti spiegando loro le
motivazioni del sì alla fusione?
Mi ricorda, questo atteggiamento dell'allora mio partito dove, nel gruppo dirigente del PD, la stragrande maggioranza era per il comune unico, ma in nessun comune si fece un'assemblea pubblica indetta dal PD, ripeto nessuna, per spiegare ai cittadini del sì alla fusione degli otto comuni. Li si voleva convincere per corrispondenza.
Oggi quel partito sembra andato oltre, affermando che sacrificherebbe i voti pur di fare le fusioni. Unico! Mai sentito un partito o un personaggio politico sostenere di competere politicamente per perdere e poi offrire una mano per un progetto serio per l'Elba. Ma se non vuoi i voti, non avrai un sindaco. E allora: con chi intendi attuarlo quel progetto? A quale categoria di pensiero politico appartiene tutto ciò? E' una nuova comunicazione politica?
Tra le altre cose il PD appoggia una fusione dove nessun comitato spontaneo di cittadini ha raccolto adesioni per proporla. Può non interessare questo? Perché non ha pensato di andare a sentire quei cittadini che ritengono che la fusione (pardon
riunificazione) sia “calata dall'alto”?
E' utile ricordare che il ddl Lodolini, quelle sulle fusioni obbligatorie, il PD lo ha fatto ritirare per la protesta dei sindaci.
Non sappiamo quanta gente andrà a votare, di certo pare che il tema della fusione non appassioni molto. Forse nell'agenda dei cittadini di Rio nell'Elba e Rio Marina ci sono cose più importanti.
Giovanni Frangioni