Pare che gli amministratori comunali del ponente elbano, sia di maggioranza sia di minoranza, e finanche l'opposizione exstraconsiliare, abbiano trovata la “quadra” e questo, dopo l’esito negativo del referendum sul comune dell’Isola d’Elba, può essere definito di per sé un esito tangibile. Lo scorso 29 aprile fu il Tonietti che sul Vicinato segnalò quanto quell’idea di dividere l’Isola in tre comuni piacesse ai sindaci Anna Bulgaresi, Andrea Ciumei e Luca Simoni. Per dovere di cronaca, inoltre, necessita rammentare come quella proposta trovò il favore anche dei grillini nostrali. Nei giorni scorsi, infine, è arrivato pure il sostegno delle liste civiche d’opposizione di Campo nell’Elba, Marciana e Marciana Marina. In breve: buon lavoro ragazzi, anzi buon esito referendario, poiché nulla può essere calato dall’alto! Nonostante ciò, permangono tutti i problemi che non possono essere accantonati con alchimie istituzionali, né infilati come polvere sotto il tappeto. Mi riferisco a una politica comprensoriale assente, cioè a un’Isola che sia con otto, sia con quattro o tre galletti litigiosi, rischia ugualmente di essere “non governata”. Poi, se entro la prossima primavera andrà in porto l’ultima proposta governativa, l’Elba non sarà rappresentata nella nuova amministrazione provinciale livornese. Insomma, la pianificazione dei rifiuti, delle scuole e dei trasporti, nonché la gestione delle strade provinciali saranno decisioni prese unicamente dai sindaci della Costa. In definitiva, concordo con Lorenzo Lambardi sul paragone di quel commensale che quando ebbe la percezione di essere il solo a pagare il conto degli altri banchettanti, intimò al cameriere: "Alt, ferma il tordo e porta il caffè!"
Lorenzo Marchetti