Il Tirreno annuncia quella che si profila come una ‘rivolta ambientalista’ a Capalbio contro le trivelle, il biogas, l’autostrada che stravolgerebbero la Maremma. Molte note associazioni ambientaliste e numerose personalità si incontrano di nuovo per bloccare gli scempi.Repubblica annuncia, invece, l’assemblea a Firenze della Rete dei comitati toscani –‘una terza forza fra le istituzioni e la politica’ all’insegna del ‘neoambientalismo’, come dice Alberto Asor Rosa leader della Rete.
Da più parti si è criticamente denunciata la scarsa presenza dei temi ambientali in questa campagna elettorale. Ecco un caso toscano che conferma questa critica. Le questioni di cui oggi si torna a discutere, infatti, sulla base anche di vere a proprie manifestazioni di protesta, non sono nuove come testimoniano i tanti servizi sia de Il Tirreno che di Repubblica. Eppure nonostante ciò le risposte politiche soprattutto istituzionali locali e regionali -o se preferiamo di ‘area vasta’, che è andata tanto di moda con la vicenda delle province- stentano ad emergere. E’ vero che in particolare con i comitati della Rete non sono mancati approcci interessanti ma le miccie restano quasi tutte accese.
Verrebbe perciò da dire; ‘ Se non ora quando’?. Possibile che neppure la campagna elettorale in cui si deciderà che parlamento e quindi governo avremo non induca in sistema politico-istituzionale regionale a mettere sul tavolo le sue carte ossia le sue risposte. Cosa c’è di giusto o di sbagliato in queste proteste e proposte? Si fanno e non da ora riferimenti a leggi attese ma non approvate e non soltanto sul ruolo dei piccoli comuni, ma anche sulla gestione dei fiumi, dei parchi e delle aree protette.
Chi andrà a votare deve sapere perciò–specie in una regione come quella Toscana che vanta tradizioni certo non di malgoverno e abusivismo – cosa si impegna a fare la politica specie dove governa e amministra.